Messaggio 12 giugno 2013, 8:53

II5MD "3° Diploma Concorso Antonio Meucci" 10-16/6/2013

Dalle ore 00:00 UTC di lunedi 10 giugno alle ore 24:00 UTC di domenica 16 Giugno 2013.

3,5 - 7 - 14 MHz

Regolamento:
http://www.ariversilia.it/REGOLAMENTO%20III%20DIPLOMA%20MEUCCI.pdf

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La Sezione A.R.I. Versilia, per ricordare ed onorare lo sfortunato scienziato toscano Antonio Meucci, nel 122° anno della sua morte e per l'unanime proclamazione del Congresso degli Stati Uniti ( risoluzione 269, 11 giugno 2002 ) che riconosce Antonio Meucci essere il vero inventore del telefono, istituisce ed organizza il "2° Diploma Concorso Antonio Meucci". Il nominativo speciale II5MD è stato concesso dal Ministero delle Comunicazioni

Award manager IZ5JLW Gabriele Pardini iz5jlw@libero.it

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Il Congresso degli Stati Uniti d'America il giorno 11 giugno 2002 ha decretato all'unanimità ( risoluzione 269) che il vero inventore del telefono è stato l'italiano Antonio Meucci. L'Associazione Radioamatori Italiani, sezione Versilia " Sergio Cassina" istituisce ed organizza il " Meucci Day " nei giorni 11, 12. 13 giugno 2008, per onorare questo illustre scienziato nato in Toscana

QSL speciale

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Gli USA ammettono: Meucci è l'inventore del telefono

La decisione, per acclamazione, su richiesta di un deputato italo-americano: la Wester Union gli " rubò" i prototipi e vi fece lavorare Bell .
Articolo, di Ennio Caretto, tratto da Corriere della Sera del 16 giugno 2002.

WASHINGTON - Ci sono voluti 113 anni, ma adesso è ufficiale: l'inventore del telefono non è Alexander Graham Bell, come continuano a insegnare i libri di testo delle scuole, bensì Antonio Meucci, l'immigrato fiorentino che morì in povertà a New York nel 1889 dopo essere stato defraudato del brevetto. Lo ha decretato per acclamazione la Camera a Washington, su iniziativa dei deputato italo-americano Vito Fossella: «La Camera - dice la risoluzione - intende dare riconoscimento alla vita e alle conquiste di Meucci, prendendo atto de! lavoro da lui svolto nell'invenzione del telefono». Dopo la riabilitazione di Sacco e Vanzettì, i due anarchici ingiustamente condannati a morte per terrorismo negli Anni Venti, è un altro trionfo, peraltro ancora più tardivo, per la generazione degli immigrati italiani che furono spesso vittime di pregiudizi e discriminazione.
La motivazione della Camera apre uno squarcio straordinario su uno dei capitoli più vergognosi del business americano, e riassume l'odissea dello sfortunato fiorentino nella terra promessa. Rileva che, arrivato a New York, «Meucci continuò a lavorare senza posa a un progetto avviato all'Avana a Cuba, un'invenzione che chiamò teletrofono, basato sulle comunicazioni elettroniche»; e che nella sua casa di Staten Island «allestì un collegamento permanente tra il laboratorio nello scantinato e la stanza della moglie, che soffriva di un'artrite deformante, al secondo piano». La motivazione aggiunge che «avendo dato fondo ai risparmi, Meucci non potè commercializzare l'invenzione, pur avendone fornita una dimostrazione nel 1860 e avendola pubblicata sui giornale italiano di New York». La povertà e la scarsa conoscenza dell'inglese e del mondo degli affari, prosegue la Camera, «impedirono a Meucci, che viveva ormai dell'assistenza sociale, di finanziare il processo del brevetto, costringendolo a limitarsi a una notifica nel 1871». L'inventore consegnò alcuni prototipi alla Western Union, la società dei telegrafi, ma questa disse di averli persi, e gli rifiutò i soldi per rinnovare la notifica ne! 1874. In questo modo, due anni dopo la Western ottenne il brevetto, attribuendo l'invenzione a Bell, che aveva lavorato sui prototipi di Meucci. Indignata, la comunità italiana fece quadrato attorno all'immigrato fiorentino, e dopo un decennio ottenne l'intervento del governo. «Il 24 Gennaio 1887», conclude la motivazione «il brevetto di Bel! venne annullato per frode e dichiarazione del falso, annullamento poi sancito dalla Corte suprema». Ma Meucci morì nel 1889 e il brevetto Bell, che scadeva nel 1893, non fu più contestato.
Giubilante, il deputato Fossella, dello stato di New York, ha dichiarato che «si è finalmente fatta giustizia» e ha attribuito parte del merito alla direttrice del Museo Garibaldi-Meucci di Staten Island, Emily Gear. La Gear, una giovane combattiva, studiosa di storia, lamenta che ancora oggi «molti immigrati negli Usa siano condannati al fallimento». Ha rilanciato il pìccolo museo, da un secolo dedicato ai due personaggi che divennero intimi amici a Long Island, dove Giuseppe Garibaldi, da lei definito «il George Washington italiano» visse per un paio d'anni lavorando nella fabbrica di candele di Meucci. Nella parte di Meucci c'è (I teletrofono da lui sperimentato per la prima volta nel 1849, quando Alexander Graham Bell, sottolinea la Gear, aveva appena due anni.

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Originale della dichiarazione del Congresso USA

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Antonio Santi Giuseppe Meucci nacque a Firenze, nel popolo di S. Frediano, cura di Cestello, alle cinque del mattino di mercoledì 13 aprile 1808. La casa natale era allora in Via Chiara n. 475, oggi Via de’ Serragli n. 44. Il 16 maggio 1996 vi è stata apposta una lapide, a cura del Comune di Firenze.
IK0ZCW Alberto Devitofrancesco Presidente C.I.S.A.R. sezione di Roma IQ0HB
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