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Quanto sono… buoni i coupon

MessaggioInviato: 4 gennaio 2013, 14:49
da IK0ZCW
Il sito è dedicato ad una poco conosciuta modalità per ottenere francobolli. È scritto in italiano e seguito da Nicolino Parlapiano

Nella corrispondenza fra radioamatori il buono-risposta internazionale è una regola fissa, quasi una legge. E per questo non manca l'esempio, riguardante un segnale di cui si richiedeva la conferma, trasmesso il 21 marzo 1951 alle ore 23, mentre il corrispondente modulo reca la data del 22 marzo 1951.

La citazione si trova nel sito interamente dedicato ai buoni-risposta internazionali, realizzato da Nicolino Parlapiano; è scritto in italiano e, in prospettiva, si aggiungerà la traduzione in inglese. "Non ha la pretesa di illustrare tutto -si schermisce il diretto interessato- ma ci provo".

Il lavoro non è ancora completato, ma già è fruibile. Propone una carrellata dei vari modelli, da quello intitolato a Roma, per ricordare il Congresso postale universale in cui venne adottato nel 1906, al più recente di Nairobi. Naturalmente, aspettando la versione di Doha, annunciata per l'1 luglio prossimo.

Poi, le sezioni nazionali, in cui vengono citati l'Italia, le sue Colonie (perché anche in esse furono introdotti), quindi San Marino e Vaticano, ultimo a proporre il supporto poco più di tre anni fa.

Finora, la lente si è soffermata sul coupon-réponse international marchiato Upu, ma gli specialisti sanno che ne esistono altri tipi, editi ad esempio dalle Unioni ristrette che accomunano i Paesi di lingua francofona, anglofona o araba. Ad essi è dedicato un capitolo specifico.

I buoni costituiscono una particolare categoria di interi postali, introdotti per fornire all'utente la possibilità di pagare la replica ad un interlocutore che vive all'estero. Si differenziano, fra l'altro, per un dettaglio curioso: vengono commercializzati già timbrati! Sono considerati nuovi -spiega l'esperto- se presentano solo il bollo dell'ufficio postale che l'ha venduto. Talora si trovano esemplari anche con quello dello sportello che l'ha cambiato con la corrispondente affrancatura: questi sono definiti usati. Molto inusuali i pezzi che, senza la prima impronta, presentano la seconda: anch'essi possono essere ritenuti utilizzati. Trovano spazio, infine, i buoni senza alcuna obliterazione, ma sono meno richiesti dai collezionisti.