Riunione tecnica sui sistemi di allertamento per le aree sus
Riunione tecnica sui sistemi di allertamento per le aree suscettibili ai movimenti franosi
12 luglio 2012
Per un confronto tra Dipartimento, Centri Funzionali Decentrati e Centri di competenza
Fare il punto di situazione sui prodotti e gli strumenti sperimentali utilizzati per l’individuazione di soglie, basate principalmente su quantità e/o intensità di pioggia, per la valutazione ai fini del sistema di allertamento nazionale, della suscettività ai movimenti franosi. È questo l’obiettivo della giornata di lavoro svolta oggi tra il Centro Funzionale Centrale, i Centri di Competenza, i Centri Funzionali Decentrati e altri Uffici regionali, presso la sede del Dipartimento.
In Italia gli eventi franosi hanno causato 36 vittime solo nel 2011. Fondamentale quindi una riflessione sulle potenzialità , limiti e prospettive dei diversi modelli e metodi previsionali di valutazione della suscettività alle diverse tipologie di movimenti franosi ai fini di protezione civile.
Dopo un’introduzione dei lavori del direttore dell’Ufficio Rischi Idrogeologici e Antropici e del dirigente del Servizio Centro funzionale centrale, con la quale sono state sintetizzate le attività che il Dipartimento ha portato avanti in questo ambito dal 2004, i partecipanti hanno condiviso i risultati raggiunti dai Centri di Competenza per conto del Dipartimento. In particolare Cnr-Irpi, Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, Unifi-Dst, Università di Firenze-Dipartimento di Scienze della Terra e Camilab-Laboratorio di Cartografia Ambientale e Modellistica Idrogeologica dell’Università della Calabria, hanno illustrato le proprie esperienze e i risultati raggiunti con le ricerche svolte in questo ambito.
Nel pomeriggio i Centri Funzionali Decentrati hanno presentato le attività condotte sul territorio di propria competenza, rappresentando i risultati e gli obiettivi raggiunti. Al termine delle presentazioni i partecipanti si sono confrontati sui modelli utilizzati e le esperienze svolte, concordando sulla necessità di continuare ad affinare le esperienze intraprese ai fini dell’utilizzo operativo delle diverse metodologie.
12 luglio 2012
Per un confronto tra Dipartimento, Centri Funzionali Decentrati e Centri di competenza
Fare il punto di situazione sui prodotti e gli strumenti sperimentali utilizzati per l’individuazione di soglie, basate principalmente su quantità e/o intensità di pioggia, per la valutazione ai fini del sistema di allertamento nazionale, della suscettività ai movimenti franosi. È questo l’obiettivo della giornata di lavoro svolta oggi tra il Centro Funzionale Centrale, i Centri di Competenza, i Centri Funzionali Decentrati e altri Uffici regionali, presso la sede del Dipartimento.
In Italia gli eventi franosi hanno causato 36 vittime solo nel 2011. Fondamentale quindi una riflessione sulle potenzialità , limiti e prospettive dei diversi modelli e metodi previsionali di valutazione della suscettività alle diverse tipologie di movimenti franosi ai fini di protezione civile.
Dopo un’introduzione dei lavori del direttore dell’Ufficio Rischi Idrogeologici e Antropici e del dirigente del Servizio Centro funzionale centrale, con la quale sono state sintetizzate le attività che il Dipartimento ha portato avanti in questo ambito dal 2004, i partecipanti hanno condiviso i risultati raggiunti dai Centri di Competenza per conto del Dipartimento. In particolare Cnr-Irpi, Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, Unifi-Dst, Università di Firenze-Dipartimento di Scienze della Terra e Camilab-Laboratorio di Cartografia Ambientale e Modellistica Idrogeologica dell’Università della Calabria, hanno illustrato le proprie esperienze e i risultati raggiunti con le ricerche svolte in questo ambito.
Nel pomeriggio i Centri Funzionali Decentrati hanno presentato le attività condotte sul territorio di propria competenza, rappresentando i risultati e gli obiettivi raggiunti. Al termine delle presentazioni i partecipanti si sono confrontati sui modelli utilizzati e le esperienze svolte, concordando sulla necessità di continuare ad affinare le esperienze intraprese ai fini dell’utilizzo operativo delle diverse metodologie.