di Giuseppe Altamore
INCHIESTA
UN BENE PREZIOSO CHE PAGHEREMO SEMPRE DI PIÃ â„¢: PREVISTI RINCARI DEL 27 PER CENTO
ACQUA SALATA
Servono oltre 60 miliardi di euro per rimettere in sesto la rete idrica nazionale, mentre il ministero della Salute continua ad autorizzare deroghe ai limiti di potabilità  .
Cara, dolce acqua. Tra emergenza siccità  , sprechi e condotte colabrodo, i cittadini rischiano di pagare un conto sempre più salato. Le tariffe, che saranno liberalizzate a partire dal 1° gennaio 2008, cresceranno come minimo del 27 per cento entro il 2020 e serviranno a finanziare la maggior parte dei 61,6 miliardi di euro necessari per rimettere in sesto il sistema idrico italiano. E' quanto emerge dal Blue Book, un'indagine elaborata per il terzo anno consecutivo da Utilitatis, istituto di ricerca di Federutility, che fotografa lo stato di avanzamento della riforma del servizio idrico avviato dalla legge Galli del 1994. 'Ma se le basse tariffe (tra le meno care in Europa, per esempio a Berlino si spende quasi 5 euro al metro cubo, ndr.) possono incentivare gli sprechi di un bene molto prezioso', osserva il presidente aggiunto di Federutility Mauro D'Ascenzi, 'il modo in cui sono strutturate fa sì che a beneficiarne siano soprattutto banche e investitori privati, e non le aziende deputate alla gestione'.
Già  , perchè, fatto poco noto, negli ultimi anni, gli acquedotti comunali sono praticamente scomparsi. Al loro posto ci sono 91 gestori unici del ciclo idrico integrato, tanti quanti sono gli ambiti territoriali ottimali, enti pubblici formati dai Comuni e dalle province, che hanno il compito di controllare la gestione del prezioso bene, che rimane pubblico sulla carta, ma, essendo il servizio gestito da società  per azioni, di fatto il bene comune acqua può finire nelle mani di società  private. Uno scenario in cui competono, ormai da qualche anno, 12 grandi gruppi quotati in Borsa e multinazionali straniere tra cui la potente Veolia Water. L'acqua, insomma, fa gola a chi desidera realizzare un profitto che addirittura è garantito per legge, nella misura minina del sette per cento, naturalmente da aggiungere sul conto della bolletta.
Ma che cosa esce dal rubinetto?
Ma se le tariffe sono destinate ad aumentare, possiamo almeno sperare che la qualità  del servizio migliori? Se in generale possiamo vantare una discreta qualità  , in confronto a quanto distribuito negli altri Paesi del Vecchio Continente, dobbiamo purtroppo segnalare varie situazioni critiche (vedi box), che si trascinano da troppo tempo. Perchè l'Italia, anche in questo campo, è il Paese delle troppe deroghe.
Dalla fine del 2003, in teoria, l'acqua potabile dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto. Il Decreto legislativo n. 31 del 2001 fissa una serie di parametri molto restrittivi per i veleni che possono provocare danni alla salute. Ma ecco l'inghippo: i gestori idrici hanno chiesto, tramite le regioni, di poter distribuire in taluni casi acqua "non potabile", grazie a un decreto specifico che consente di alzare temporaneamente i limiti previsti per talune sostanze tossiche.
'Nella Toscana meridionale sono stati raccolti alcuni campioni di acqua potabile con concentrazione di arsenico superiore al limite consentito dalla normativa vigente', ammette Mario Dall'Aglio, docente di Geochimica ambientale alla Sapienza di Roma. 'Una deroga è stata concessa, consecutivamente per quattro anni, dalla Regione Toscana e in parte nel Lazio. Deroghe di questo tipo sono una vecchia consuetudine italiana', dice Dall'Aglio, 'ma nel passato sono state applicate per sostanze con tossicità  non elevata e in assenza di effetti marcatamente cronici (ad esempio, per i fitofarmaci). Oggi sappiamo bene che l'assunzione di arsenico può indurre rischi alla salute davvero gravissimi e irreversibili come tumori interni, con periodo di latenza anche superiore ai 10-15 anni'.
Arsenico e vecchi trucchi
Un allarme molto chiaro lanciato a suo tempo anche dall'Organizzazione mondiale della sanità  , che raccomanda di non superare la concentrazione di 10 microgrammi/litro. Mentre in Italia, come risulta dal box della pagina successiva, spesso si distribuisce acqua con una concentrazione che può arrivare fino a 50 microgrammi/litro.
Trattare le acque per ridurre la presenza di arsenico o di altre sostanze è possibile, ma è costoso. E' più semplice alzare i limiti, così i conti quadrano e i profitti non ne risentono. Ma in Italia, oltre alla qualità  e salubrità  delle fonti, c'è un'altra emergenza: un terzo della popolazione non ha un servizio regolare, soprattutto al Sud. Una vecchia questione, mai risolta, cui si aggiungono le variazioni climatiche degli ultimi anni che aggravano il quadro.
Temi forti che dovrebbero essere affrontati dalla futura Conferenza nazionale sull'acqua annunciata dal sottosegretario all'Ambiente Gianni Piatti per il prossimo autunno. Ormai sembra ineludibile affrontare lo spinoso tema della competizione tra gli usi che scatena a ogni emergenza idrica delle vere e proprie "guerre" dell'acqua. Un punto delicato che coinvolge soprattutto l'agricoltura. A ogni ondata di siccità  , infatti, le colpe sembrano ricadere più sul povero cittadino sprecone che sulla malagestione e sui privilegi di cui godono alcune categorie produttive. L'acqua, che appartiene al demanio dello Stato, viene quasi regalata se utilizzata per uso idroelettrico o per irrigare i campi.
Per fare un esempio, in Lombardia i canoni per l'uso dell'acqua pubblica prevedono un prezzo massimo di 43,25 euro per 100 litri al secondo se finisce sui campi; 12,57 euro per ogni kilowatt prodotto dalle centrali idroelettriche e ben 1.843 euro per 100 litri al secondo se la stessa acqua è destinata all'uso potabile. Differenze che diventano incomprensibili se si affronta il tema delle concessioni per lo sfruttamento delle sorgenti da cui si estraggono miliardi di litri che finiscono in bottiglia, con una bella etichetta. Ci sono regioni che addirittura regalano l'acqua alle società  che imbottigliano. Altre che chiedono poche centinaia di euro per ogni ettaro impegnato. Mentre poche regioni sono riuscite finora a ottenere, oltre a un canone fisso, un pagamento in base ai litri imbottigliati. Ma dal primo gennaio 2008 arriva la stangata per le grandi imprese che sfruttano le fonti della Regione Lazio. Per i titolari delle autorizzazioni che imbottigliano più di 25 milioni di litri all'anno, l'inizio del nuovo anno significherà  canoni di concessione raddoppiati rispetto a quelli attuali (la tariffa è di 61,97 euro per ogni ettaro di superficie a disposizione) e un tributo di due euro per ogni metro cubo di acqua minerale imbottigliata. E non finisce qui. Per il diritto di utilizzo delle aree pubbliche delle sorgenti, le grandi imprese, che fino a oggi versavano 2.500 euro l'anno, dovranno sborsare almeno 5.000 euro. Mentre l'Emilia-Romagna si prepara a un sostanzioso ritocco dei canoni per chi utilizza le numerose fonti distribuite lungo l'Appennino tra Parma e Modena.
Insomma, sembra che ci sia una maggiore attenzione al valore economico di un bene sempre più prezioso. Si spera che alla fine non sia il semplice cittadino a pagare di più, magari per un sorso di arsenico.
Giuseppe Altamore
CHE COSA NASCONDONO LE BOLLICINE
Liscia, gassata e all'arsenico. Pure la tanto decantata acqua minerale non si salva dal rischio di essere contaminata da sostanze pericolose che si trovano naturalmente nel terreno. Le brutte notizie che riguardano questo prodotto raramente compaiono sui giornali o in televisione, ma le situazioni a rischio esistono.
Recentemente una notissima marca è finita sotto processo a Bari. Alcuni lotti, sequestrati nei supermercati della Puglia, presentavano arsenico, zinco, rame e selenio oltre i limiti previsti dalla legge. I responsabili dello stabilimento, da poco acquisito da una nota multinazionale americana, sono stati condannati a seguito del patteggiamento (vuol dire che hanno ammesso le loro colpe) per aver immesso in commercio un prodotto alimentare pericoloso per la salute (sentenza del Tribunale di Bari, sezione distaccata di Modugno, n. 127/05).
L'indagine era partita da un esposto denuncia presentato contemporaneamente in tutte le Regioni dall'avvocato Antonio Tanza, vicepresidente di Adusbef. 'Ci sono ancora diversi procedimenti penali in corso', assicura l'avvocato Tanza. 'Purtroppo, come è stato accertato nel processo di Bari, non sempre il contenuto corrisponde a quanto dichiarato in etichetta'.
Intanto, il consumo di acqua minerale è in costante crescita. Ormai ogni italiano ne consuma mediamente 191 litri all'anno, un dato che ci pone in testa alla classifica mondiale dei bevitori di bollicine. Gli industriali di questo settore spendono oltre 300 milioni di euro all'anno per convincere gli italiani ad abbandonare l'acqua potabile, puntando sulla presunta purezza di quello che viene imbottigliato. Intanto gli affari volano: è di oltre 3 miliardi di euro all'anno il fatturato del settore.
g.a.
Ma è potabile? Ecco la mappa delle deroghe
Anche quest'anno il ministero della Salute ha concesso le ennesime deroghe ai parametri fissati dal Decreto legislativo n. 31 del 2001. Due annotazioni importanti: la legge dice che le deroghe devono essere temporanee e le Regioni sono obbligate a informare tempestivamente i cittadini. Bene, entrambe queste disposizioni sono spesso disattese. Stiamo parlando di sostanze indesiderabili come arsenico, fluoro, boro, cloriti, trialometani, nichel...
PIEMONTE
Anno: 2000 Decreto ministero della Salute del 26 luglio
Località  : un lungo elenco di comuni e acquedotti interessati dal provvedimento di deroga
Sostanze oltre i limiti: manganese, ferro e solfati
Anno: 2004 Decreto ministeriale del 13 agosto
Località  : tutta la regione
Sostanze: arsenico fino a 40 microgrammi/litro invece di 10
Località  : Silvano d'Orba
Sostanze: nichel
Anno: 2006
Località  : Rinnovate tutte le deroghe nelle aree precedenti
Sostanze: nichel e arsenico
LOMBARDIA
Anno: 2001
Località  : varie zone di quasi tutte le province
Sostanze: ammoniaca, ferro, magnesio, manganese e solfati
Anno: 2003
Località  : il Dm del 23 dicembre non specifica le zone
Sostanze: arsenico, boro, cloriti, fluoro, vanadio
Anno: 2006
Località  : comune di Carona
Sostanze: arsenico fino a 50 microgrammi/litro
Anno: 2007
Località  : vari comuni della provincia di Cremona e Mantova
Sostanze: rinnovo della deroga per l'arsenico
VENETO
Anno: 2001
Località  : province di Belluno, Treviso, Verona
Sostanze: ammoniaca, manganese e solfati
Anno: 2006
Località  : comune di San Bonifacio
Sostanze: tricloroetilene, tetracloroetilene
EMILIA-ROMAGNA
Anno: 2003
Località  : tutta la regione
Sostanze: arsenico, boro, cloriti, fluoro, vanadio
Anno: 2006
Località  : tutta la regione
Sostanze: clorito
TRENTINO-ALTO ADIGE
Anno: 2003
Località  : tutta la regione
Sostanze: arsenico, boro, cloriti, fluoro, vanadio
Anno: 2004
Località  : tutta la regione
Sostanze: boro, arsenico, fluoro, vanadio, selenio, nichel, cloriti, trialometani
Anno: 2006
Località  : province di Trento e Bolzano
Sostanze: arsenico
Anno: 2007
Località  : provincia di Trento
Sostanze: rinnovo deroga per l'arsenico
TOSCANA
Anno: 2003
Località  : varie province
Sostanze: boro, arsenico, fluoro, vanadio, cloriti
Anno: 2004
Località  : vari comuni
Sostanze: boro, arsenico e cloriti
Anno: 2006 e 2007
Località  : varie zone
Sostanze: boro, arsenico, cloriti e trialometani
LAZIO
Anno: 2005
Località  : comuni di varie zone vulcaniche
Sostanze: arsenico
Anno: 2006 e 2007
Località  : vari comuni
Sostanze: arsenico, fluoro, selenio e vanadio
MARCHE
Anno: 2004
Località  : Gabicce
Sostanze: cloriti
Anno: 2006
Località  : Gabicce
Sostanze: cloriti
CAMPANIA
Anno: 2001
Località  : vari comuni dell'area vesuviana
Sostanze: fluoro
Anno: 2003
Località  : tutta la regione
Sostanze: boro, arsenico, fluoro, vanadio, cloriti
Anno: 2006 e 2007
Località  : vari comuni dell'area vesuviana
Sostanze: rinnovo della deroga per il fluoro
PUGLIA
Anno: 2003
Località  : province di Foggia e Brindisi
Sostanze: cloriti e trialometani
Anno: 2006
Località  : province di Taranto, Brindisi e Foggia
Sostanze: cloriti e trialometani
SICILIA
Anno: 2001
Località  : tutta la regione
Sostanze: sodio e cloruri
Anno: 2003
Località  : tutta la regione
Sostanze: boro, arsenico, fluoro, vanadio, cloriti
Anno: 2004
Località  : tutta la regione
Sostanze: boro, arsenico, fluoro, vanadio, selenio, nichel, cloriti, trialometani
Anno: 2006
Località  : Palermo e comuni limitrofi
Sostanze: cloriti
SARDEGNA
Anno: 2004
Località  : tutta la regione
Sostanze: boro, arsenico, fluoro, vanadio, selenio, nichel, cloriti, trialometani
Anno: 2006 e 2007
Località  : tutta la regione e per alcune sostanze solo i comuni presenti nel Dm del 30-12-2006
Sostanze: boro, arsenico, fluoro, vanadio, selenio, cloriti, trialometani
http://www.stpauls.it/fc/0732fc/0732fc42.htm