Emergenza Concordia visibili i primi segni dello spostamento
Emergenza Concordia: visibili i primi segni dello spostamento della nave
16 settembre 2013
Le operazioni procedono secondo quanto previsto dal progetto
Iniziano ad essere visibili i primi segni della rotazione della Concordia, indotta dal tiro dei cavi di acciaio fissati alla sommità dei cassoni centrali e alle piattaforme sulle quali andrà ad appoggiare il relitto dopo il suo raddrizzamento. La parte che sta emergendo dal mare si distingue chiaramente per il suo colore scuro, rispetto a quella rimasta fuori dall'acqua.
Come sottolineato nel punto con la stampa dal Commissario delegato per l’emergenza Concordia, Franco Gabrielli, e dal responsabile del progetto per la società Micoperi, Sergio Girotto, le operazioni stanno procedendo secondo quanto previsto dal progetto e lo scafo della nave si è già disincagliato dalle rocce.
E’ stato proprio l’ing. Girotto a descrivere il momento del distacco dello scafo, avvenuto intorno a mezzogiorno, applicando un sistema di tiraggio di 6.000 tonnellate: grazie alle telecamere subacquee è stato possibile vedere il momento in cui la corrente è iniziata a passare sotto lo scafo.
Per riportare in piedi lo scafo, i cavi dovranno essere tirati di circa 21 metri, 3,5 metri per ogni ora, con un'azione costante. Per compiere l’operazione di rotazione sono utilizzate 56 catene, che passano sotto lo scafo e sono fissate al fianco sinistro del relitto. Ciascuna catena misura 58 metri e pesa circa 26 tonnellate.
Una volta completata la rotazione della nave saranno verificate le condizioni del relitto e individuati gli eventuali interventi tecnici da fare, in particolare sul lato dritto. Solo dopo questa valutazione, sarà possibile delineare i tempi delle fasi successive di rigalleggiamento e trasporto.
Durante le operazioni è stata segnalata dalla Capitaneria di Porto un’iridescenza attorno al relitto, ma le verifiche compiute dall’Arpat-Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana l'hanno ricondotta alla fuliggine generata dalla presenza di mezzi attorno alla nave. Per mitigare gli effetti delle acque che usciranno dal relitto durante la rotazione, è comunque operativo un piano di limitazione degli eventuali sversamenti. Tra le prime misure di tutela, il posizionamento di una doppia distesa di panne assorbenti che circonda il cantiere. In porto, inoltre, sono disponibili dei mezzi per intervenire sugli sversamenti e ridurre al minimo i tempi di contaminazione.
La fase del ribaltamento del relitto è costantemente monitorata: una "control room" con a bordo undici tecnici specializzati del consorzio Titan-Micoperi, il coordinatore delle operazioni di recupero Nick Sloane, e l’ammiraglio Stefano Tortora, come rappresentante dell’Osservatorio di monitoraggio designato dal Commissario delegato. La "control room" è posizionata su una chiatta nelle immediate vicinanze della prua della Concordia e sta guidando a distanza tutte le operazioni.
Inoltre, per tutta la durata delle operazioni è riunito in seduta permanente il Centro di coordinamento per la gestione delle attività connesse alla rotazione della nave, presieduto dal Commissario delegato per l’emergenza Concordia, Franco Gabrielli.
Oltre 350 gli operatori dell’informazione accreditati per seguire le operazioni, provenienti da tutto il mondo.
Ricordiamo che aggiornamenti e dettagli tecnici sulle operazioni di rimozione della nave sono disponibili sul sito dedicato al progetto "The parbuckling project", gestito dal consorzio Titan-Micoperi.
16 settembre 2013
Le operazioni procedono secondo quanto previsto dal progetto
Iniziano ad essere visibili i primi segni della rotazione della Concordia, indotta dal tiro dei cavi di acciaio fissati alla sommità dei cassoni centrali e alle piattaforme sulle quali andrà ad appoggiare il relitto dopo il suo raddrizzamento. La parte che sta emergendo dal mare si distingue chiaramente per il suo colore scuro, rispetto a quella rimasta fuori dall'acqua.
Come sottolineato nel punto con la stampa dal Commissario delegato per l’emergenza Concordia, Franco Gabrielli, e dal responsabile del progetto per la società Micoperi, Sergio Girotto, le operazioni stanno procedendo secondo quanto previsto dal progetto e lo scafo della nave si è già disincagliato dalle rocce.
E’ stato proprio l’ing. Girotto a descrivere il momento del distacco dello scafo, avvenuto intorno a mezzogiorno, applicando un sistema di tiraggio di 6.000 tonnellate: grazie alle telecamere subacquee è stato possibile vedere il momento in cui la corrente è iniziata a passare sotto lo scafo.
Per riportare in piedi lo scafo, i cavi dovranno essere tirati di circa 21 metri, 3,5 metri per ogni ora, con un'azione costante. Per compiere l’operazione di rotazione sono utilizzate 56 catene, che passano sotto lo scafo e sono fissate al fianco sinistro del relitto. Ciascuna catena misura 58 metri e pesa circa 26 tonnellate.
Una volta completata la rotazione della nave saranno verificate le condizioni del relitto e individuati gli eventuali interventi tecnici da fare, in particolare sul lato dritto. Solo dopo questa valutazione, sarà possibile delineare i tempi delle fasi successive di rigalleggiamento e trasporto.
Durante le operazioni è stata segnalata dalla Capitaneria di Porto un’iridescenza attorno al relitto, ma le verifiche compiute dall’Arpat-Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana l'hanno ricondotta alla fuliggine generata dalla presenza di mezzi attorno alla nave. Per mitigare gli effetti delle acque che usciranno dal relitto durante la rotazione, è comunque operativo un piano di limitazione degli eventuali sversamenti. Tra le prime misure di tutela, il posizionamento di una doppia distesa di panne assorbenti che circonda il cantiere. In porto, inoltre, sono disponibili dei mezzi per intervenire sugli sversamenti e ridurre al minimo i tempi di contaminazione.
La fase del ribaltamento del relitto è costantemente monitorata: una "control room" con a bordo undici tecnici specializzati del consorzio Titan-Micoperi, il coordinatore delle operazioni di recupero Nick Sloane, e l’ammiraglio Stefano Tortora, come rappresentante dell’Osservatorio di monitoraggio designato dal Commissario delegato. La "control room" è posizionata su una chiatta nelle immediate vicinanze della prua della Concordia e sta guidando a distanza tutte le operazioni.
Inoltre, per tutta la durata delle operazioni è riunito in seduta permanente il Centro di coordinamento per la gestione delle attività connesse alla rotazione della nave, presieduto dal Commissario delegato per l’emergenza Concordia, Franco Gabrielli.
Oltre 350 gli operatori dell’informazione accreditati per seguire le operazioni, provenienti da tutto il mondo.
Ricordiamo che aggiornamenti e dettagli tecnici sulle operazioni di rimozione della nave sono disponibili sul sito dedicato al progetto "The parbuckling project", gestito dal consorzio Titan-Micoperi.