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"La scienza per la Protezione civile", un cammino insieme al

MessaggioInviato: 15 ottobre 2019, 14:53
da IK0ZCW
"La scienza per la Protezione civile", un cammino insieme al servizio del Paese

14 ottobre 2019

La Giornata di studio ha visto la partecipazione di tutti i Centri di competenza. Al centro della discussione il prossimo futuro di un lavoro voluto da Zamberletti che ha permesso grandi passi avanti per la Protezione civile italiana ed è ora un esempio per il Meccanismo europeo

“Protezione civile e comunità scientifica di riferimento sono pronte a contribuire insieme, beneficiando del ruolo di coordinamento svolto dal Dipartimento della Protezione Civile, allo sviluppo di una strategia nazionale per la riduzione dei rischi di disastro, coerente con le politiche europee, in una prospettiva moderna, dinamica e di lungo periodo”.

Con queste parole si chiude la Dichiarazione finale della Giornata di studi “La Scienza per la Protezione civile” che si è tenuta stamani nell’Auditorium della sede di via Vitorchiano in Roma del Dipartimento della Protezione civile. Insieme Comunità Scientifica e Protezione civile si impegnano a continuare un lavoro fruttuoso, vitale per un Paese interessato da tutti i rischi naturali e colpito tante volte nel passato da tragedie mai dimenticate.

Ad aprire i lavori il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Lorenzo Fioramonti: «Bisogna affermare con forza che senza i sistemi di studio e monitoraggio dell’attività sismica e vulcanica o del rischio idrogeologico o sui cambiamenti climatici avremmo città meno sicure, un sistema economico più disfunzionale e tanto altro, ha affermato il Ministro. Il lavoro degli scienziati non si vede, non fa notizia, ma senza tale attività costante non potremmo avere un Dipartimento della Protezione civile che è in grado di agire in maniera così tempestiva, che può utilizzare le tecnologie per inviare allerte mirate, come si vuole fare con IT Alert, la nuova piattaforma di allertamento che è in preparazione. Dobbiamo tanto alla Comunità scientifica e abbiamo il dovere di supportarla».

Ha continuato poi il Capo del Dipartimento Angelo Borrelli: «mettere insieme le istituzioni, la comunità scientifica, e i cittadini è stata la grande intuizione di Giuseppe Zamberletti, il padre della Protezione civile italiana. Tutte insieme queste componenti lavorano per accrescere la resilienza delle nostre comunità ai disastri naturali e per rendere sempre più efficace la prevenzione dai disastri. E di Zamberletti fu anche l’idea della Commissione per la previsione e la prevenzione dai grandi rischi che lavora quotidianamente insieme a noi in piena sinergia. Questa stretta collaborazione deve continuare in diversi ambiti, da quello dell’allertamento, visto il grande lavoro che stiamo facendo per la piattaforma IT Alert a quello della pianificazione. Non possiamo ignorare le nuove tecnologie, dal web-gis all’intelligenza artificiale, anche per l’implementazione e la condivisione sempre più capillare delle pianificazioni di protezione civile. Non possiamo inoltre ignorare lo studio dei precursori, tematica sulla quale c’è un grande impegno da parte di tutti. E’ una strada da percorrere tutti insieme, componenti strutture operative e comunità scientifiche al servizio del Paese».

L’evento, condotto dal Consulente scientifico del Capo del Dipartimento Mauro Dolce, ha visto la presenza del Presidente della Commissione Grandi Rischi Gabriele Scarascia Mugnozza, del rappresentante della Direzione Generale Protezione civile e Operazioni di aiuto umanitario della Commissione Europea Hans Ulrich Goessl, e di numerosi rappresentanti di tutti i centri di competenza del Dipartimento della Protezione civile.

L’incontro, dopo le relazioni di Dolce, Goessl, Scarascia Mugnozza, ha visto la successione di due tavole rotonde moderate rispettivamente dal giornalista scientifico Franco Foresta Martin e dal geologo divulgatore Mario Tozzi, intramezzate dall’intervento di Alessandra Zampieri della Direzione Generale del Centro Comune di ricerca della Commissione Europea.

Tutti i rappresentanti dei centri di competenza che hanno animato i dibattiti nelle tavole rotonde hanno potuto approfondire gli aspetti del lavoro della comunità scientifica che collabora con i decisori delle azioni di protezione civile, avanzando proposte e dando un’idea di come si possa migliorare un lavoro importante e complesso declinato su vari aspetti.

Tra i tanti aspetti toccati alcuni meritano di essere evidenziati in maniera specifica: quasi tutti i partecipanti si sono soffermati sull’importanza di accrescere la precisione delle valutazioni quantitative dei fenomeni (in tutte le categorie di rischio) in relazione anche al grado di incertezza che i fenomeni naturali hanno tra le caratteristiche più importanti.

Un aspetto molto positivo esplicitato da quasi tutti i partecipanti è stato la forte volontà di collaborazione tra organizzazioni diverse, in vista di un approccio multirischio del lavoro della comunità scientifica che inevitabilmente viene fuori quando diversi centri di competenza mettono a fattor comune le proprie esperienze e i propri dati. Il tutto seguendo il grande obiettivo di rendere sempre più efficace la risposta alle emergenze e la previsione dei fenomeni.

A proposito di rapporto tra scienziati e decisori, diversi relatori hanno espresso la necessità da parte dei centri competenza di accrescere e supportare delle figure professionali che sappiano tradurre il lavoro scientifico a favore della comprensione sempre più efficace da parte dei decisori.

Questo è stato, peraltro, il tema centrale dell’intervento di Alessandra Zampieri, che ha evidenziato come sempre di più negli ultimi anni il ruolo del Centro Comune di Ricerca sia stato quello di creare l’interfaccia migliore tra il mondo scientifico e quello dei decisori politici.

Infine, ma non certo per importanza, il messaggio di grande apprezzamento per la Protezione civile italiana, il cui modello e il cui lavoro sono un esempio per la comunità internazionale ed europea fin dai primi anni in cui è stata costruita, grazie soprattutto all’opera di Giuseppe Zamberletti, da parte del rappresentante della DG Echo Hans Ulrich Goessl, che ha dichiarato che il particolare rapporto e la collaborazione tra comunità scientifica e operatori di protezione civile tipico dell’esperienza italiana è preso come esempio nell’ambito del Meccanismo europeo di Protezione civile.