La voce della protesta libica viaggia a onde medie
La rivolta raccontata dalle radio occupate in Cirenaica
I radioamatori di tutto il mondo sono sulle tracce (anzi 'sulle onde') di Gheddafi. Anche se la grande attenzione dei media si concentra sui canali satellitari arabi Al Jazeera e Al Arabiya e sui messaggi veicolati su Twitter è attraverso la radio ad onde medie che si può capire cosa sta davvero succedendo nel paese.
Le modalità  per catturare questi 'pacchetti di informazione' che viaggiano su onde corte e medie non è facile e riservata perlopiù a hobbisti. Hobbisti dell'era internet però, che utilizzano la rete sia per scaricare software per ottimizzare la ricezione, sia per diffondere il contenuto di quello che ascoltano.
L'annuncio di Radio Free Libya
Andrea Lawendel, giornalista esperto in tecnologie e radioamatore, ha pubblicato online una preziosa e (autentica) testimonianza che viene dalla Libia passando dalla Danimarca: 'Utilizzando ricevitori amatoriali basati su tecnologia digitale (software defined) un radioascoltatore egiziano che risiede appunto in Danimarca ha potuto verificare che almeno due trasmettitori in onde medie libici attivi nella regione orientale, la Cirenaica, a Bengasi e El Beida, su 675 e 1.125 kHz rispettivamente, sono stati occupati dai ribelli antigovernativi, che li utilizzano per comunicare con la popolazione invitandola a resistere e a destituire il rais'.
Le due frequenze, si legge sul blog di Lawendel Radiopassioni, sono state segnalate la prima volta la sera tra domenica e lunedì 21 febbraio. Attraverso Internet è quindi possibile ascoltare la voce della nuova radio libera libica (Sawt al Libya al Hurra) nata dalle ceneri dell'unica radio esistente, quella ufficiale di regime.
Ecco un estratto del discorso degli insorti tramesso pochi giorni fa dagli studio della radio a Bengasi filtrato e campionato da un ascoltatore che dalla Gran Bretagna manovrava un software defined radio situata nella Sicilia orientale:
'This is the Voice of Free Libya radio, from the slopes of the great Al-Jabal al-Akhdar. Dear brothers and sisters, especially in the liberated areas, by the grace of God. We now want to say, and want to say it more than once in our broadcast this afternoon, that we have appeared before the whole world to be the fastest revolutions in the world, calm and peaceful. We are now in the stages of calm, especially in the liberated areas'.
'Questo messaggio - spiega Lawendel - ci dice molte cose sulla situazione in Libia. La rivoluzione in atto è a uno stato più avanzato di quello che pensiamo. La pemanenza di milizie pro-Gheddafi e dei suoi mercenari in alcune aree è durata assai poco e durante la ritirata non hanno pensato o ricevuto l'ordine di sabotare gli impianti o saccheggiare gli studi della radio. Un segno, mi auguro, premonitore sulla caduta a breve del colonnello Gheddafi'.
Fonte: ilsole24ore
I radioamatori di tutto il mondo sono sulle tracce (anzi 'sulle onde') di Gheddafi. Anche se la grande attenzione dei media si concentra sui canali satellitari arabi Al Jazeera e Al Arabiya e sui messaggi veicolati su Twitter è attraverso la radio ad onde medie che si può capire cosa sta davvero succedendo nel paese.
Le modalità  per catturare questi 'pacchetti di informazione' che viaggiano su onde corte e medie non è facile e riservata perlopiù a hobbisti. Hobbisti dell'era internet però, che utilizzano la rete sia per scaricare software per ottimizzare la ricezione, sia per diffondere il contenuto di quello che ascoltano.
L'annuncio di Radio Free Libya
Andrea Lawendel, giornalista esperto in tecnologie e radioamatore, ha pubblicato online una preziosa e (autentica) testimonianza che viene dalla Libia passando dalla Danimarca: 'Utilizzando ricevitori amatoriali basati su tecnologia digitale (software defined) un radioascoltatore egiziano che risiede appunto in Danimarca ha potuto verificare che almeno due trasmettitori in onde medie libici attivi nella regione orientale, la Cirenaica, a Bengasi e El Beida, su 675 e 1.125 kHz rispettivamente, sono stati occupati dai ribelli antigovernativi, che li utilizzano per comunicare con la popolazione invitandola a resistere e a destituire il rais'.
Le due frequenze, si legge sul blog di Lawendel Radiopassioni, sono state segnalate la prima volta la sera tra domenica e lunedì 21 febbraio. Attraverso Internet è quindi possibile ascoltare la voce della nuova radio libera libica (Sawt al Libya al Hurra) nata dalle ceneri dell'unica radio esistente, quella ufficiale di regime.
Ecco un estratto del discorso degli insorti tramesso pochi giorni fa dagli studio della radio a Bengasi filtrato e campionato da un ascoltatore che dalla Gran Bretagna manovrava un software defined radio situata nella Sicilia orientale:
'This is the Voice of Free Libya radio, from the slopes of the great Al-Jabal al-Akhdar. Dear brothers and sisters, especially in the liberated areas, by the grace of God. We now want to say, and want to say it more than once in our broadcast this afternoon, that we have appeared before the whole world to be the fastest revolutions in the world, calm and peaceful. We are now in the stages of calm, especially in the liberated areas'.
'Questo messaggio - spiega Lawendel - ci dice molte cose sulla situazione in Libia. La rivoluzione in atto è a uno stato più avanzato di quello che pensiamo. La pemanenza di milizie pro-Gheddafi e dei suoi mercenari in alcune aree è durata assai poco e durante la ritirata non hanno pensato o ricevuto l'ordine di sabotare gli impianti o saccheggiare gli studi della radio. Un segno, mi auguro, premonitore sulla caduta a breve del colonnello Gheddafi'.
Fonte: ilsole24ore