Astronews: I segreti della Luna
ASTRONEWS
2012 - Anno Internazionale dell'Energia Sostenibile
proclamato dall'ONU e dall'UNESCO
I SEGRETI DELLA LUNA
di ik0eln Giovanni
Premessa
La Luna, il nostro satellite. Ce chi la definisce “un sasso senza tempoâ€; altri ritengono che, dopo lo sbarco dell'uomo, ormai, non ha più nulla da raccontare; altri ancora affermano che il classico bacio al chiar di luna con la morosa non produce più l'effetto romantico di un tempo. Sembra proprio che della Luna non gli importa più niente a nessuno. I tempi cambiano! Ma, la Luna, anche se apparentemente immobile nel tempo, non cessa mai di stupire. Sebbene la sua vicinanza alla Terra ci consente di osservarla con molta facilità , sono davvero tante le cose che ancora non conosciamo di essa. Ne consegue che, molti fenomeni selenici, ad oggi, ci sono ancora sconosciuti. Ma lo studio su questo “rimorchio†che il nostro Pianeta si trascina dietro da miliardi di anni continua sempre. La ricerca di fenomeni, quali ad esempio: i Domi Lunari, i Transienti e la Ionosfera Lunare sono soltanto una parte dei segreti del nostro satellite naturale. Per cui, non ci resta che approfondire l'argomento per cercare di capire la natura del fenomeno. Follow me...
La teoria più accreditata vede l'origine della Luna dovuta ad una antica fusione con un altro satellite della Terra, a seguito di impatto tra di loro. Questo ci lascia capire che, in principio, il nostro Pianeta avesse più di un satellite naturale che gli orbitasse intorno (è quanto sostengono due scienziati: Erik Asphaug del California University e Martin Jutzi dell'Università di Berna). Ve le immaginate due Lune nel cielo serale? Uno scenario fantascientifico! Eppure, dopo un recente studio, la loro teoria ha riscosso il consenso della Comunità Scientifica Internazionale, tanto da pubblicarla sulla prestigiosa rivista Nature. Sempre secondo la teoria di questi luminari della scienza, pare che, in un lontano passato (4,7 MLD di anni fà ), la Luna più piccola avesse un diametro di 1200 Km; ovvero: un terzo della sorella maggiore; ed un lento impatto tra le due Moon Sisters, nel giro di poche ore, avrebbe fatto spiaccicare tutto il materiale della Luna minore sulla Luna maggiore, producendo una fusione tra le parti di materiale, evitando di farla disintegrare.
Ed ecco la Luna che noi conosciamo! Asphaug e Jutzi si dicono certi di quanto affermano in quanto, l'accrescimento della massa lunare, avrebbe provocato l'inspessimento della crosta ancora presente sulla faccia nascosta della Luna, provocando altipiani e rigonfiamenti, ed una diversa composizione chimica nel sottosuolo (il dibattito scientifico che ha caratterizzato il XX secolo è stato dominato da tre teorie che riguardano l'origine della Luna: 1° la cattura da parte della Terra ad opera della gravità terrestre; 2° la formazione simultanea della Terra e della Luna, generate dal campo primordiale di planetesimi; 3° la collissione tra la Terra ed il nostro satellite, oppure, oggi più accreditata, la collisione tra due satelliti orbitanti intorno alla Terra). Tutto qui il mistero? Beh, no. E' ovvio che tale evento ha anche prodotto degli sconvolgimenti sul suolo lunare ed aperto nuovi scenari, ancora oggi visibili, anche con un modesto strumento ottico: i Domi Lunari. Difficili da osservare se non si è veramente esperti, i Domi Lunari rappresentano dei rigonfiamento con una struttura cupuliforma (come i vulcani a scudo terrestri), con una altezza tra 300/400 m. e con un diametro di circa 10/20 Km. che, a volte, subiscono un effetto bradisismo (come avviene a Pozzuoli) a causa del residuo dei gas del sottosuolo lunare. I Domi Lunari furono osservati per la prima volta nel 1932 da R. Barker che ne tracciò una mappa storica, la quale viene costantemente aggiornata man mano che ne vengono scoperti altri (un lavoro certosino della Sezione di Ricerca Luna dell' U.A.I. - http://www.uai.it). La dinamica per svolgere un'ottima osservazione di ricerca è quella di osservare la Luna al primo quarto; ovvero: quando i raggi del Sole sono radenti sulla superficie lunare e mettono ben in evidenza l'orlo dei crateri, gli appennini e, quindi, anche i Domi Lunari. Passiamo adesso ad esaminare un'altro fenomeno che genera strane luci e colori sulla superficie della Luna. No, non sono gli alieni che accendono e spengono le luci; è il Fenomeno dei Transienti Lunari. Si tratta della fuoriuscita di gas sotterranei nelle vicinanze di crateri di enorme dimensione (il cratere Aristarco primeggia per questi fenomeni) che, a contatto con la supericie (basalto) assume variopinti colori modellati dalle violenti radiazioni solari. Altri bagliori provenienti dalla superficie lunare appartengono agli impatti meteorici, i quali, emettono diversi colori monocromatici dovuti al surriscaldamento dei minerali del meteoroide nel momento in cui impatta al suolo.
Ne consegue un enorme innalzamento di materiale lunare (ejecta) formato da rocce, suolo lunare e polvere, il quale, a causa della bassissima gravità , ricade al suolo molto lentamente, dando l'impressione all'osservatore di vedere formazioni nuvolose. Ma l'argomento che riguarda più da vicino i radioamatori è la Ionosfera Lunare. Sappiamo che cosa è la Ionosfera, anche perchè ne facciamo uso quando effettuiamo collegamenti a lunga distanza (Dx). Tuttavia...repetita juvant: la Ionosfera è lo strato superiore dell'Atmosfera Terrestre, formato da gas ionizzato dai Raggi Ultravioletti (U.V.) del Sole e dai Raggi Cosmici (Cosmic Ray). Ma, se la Luna non ha un'Atmosfera, da dove salta fuori la Ionosfera Lunare? A tal riguardo, ricordo che era circa l'una di notte del 3 Settembre 2006, quando il Dott. Salvatore Pluchino, radioastronomo presso l'Istituto di Radio Astronomia di Medicina – Bologna e coordinatore nazionale di I.A.R.A. Group http://www.iaragroup.org mi telefonò e mi disse:...buongiorno signor radioamatore, preparati ad andare sulla Luna per fare attività Dx via Ionosfera Lunare! Vediamo che cosa era successo quella notte al radiotelescopio “Croce del Nord†di Medicina. Orbene, in occasione dell'impatto programmato dalla NASA del satellite europeo SMART ONE sul suolo lunare, i radioastronomi di Medicina, in assonanza con i radioastronomi del radiotelescopio V.L.B.I. di Noto – Siracusa, con sistema di puntamento bistatico delle antenne paraboliche di 32 metri di diametro, hanno monitorato l'ingresso del satellite nell'orbita lunare e, ancora prima che impattasse nel cratere di Aitken – Polo Sud Lunare, hanno rilevato la effettiva presenza di Ionosfera. Un progetto tutto italiano; un successo; un grande successo per la ricerca radioastronomica italiana. La dinamica di osservazione eseguita dai due radiotelescopi (Medicina e Noto) fu nel rilevare la radiazione termica dei motori di SMART ONE per monitorare costantemente il satellite fino al momento dell'impatto al suolo.
Purtroppo SMART ONE sbagliò il bersaglio e impattò fuori dal cratere Aitken (dove, con successive missioni satellitari, fu trovata una immensa distesa di acqua ghiacciata), ma i sensori di bordo non sbagliarono a rilevare tracce di Ionosfera. Finalmente il risultato dei lavori di quella ricerca è stato reso noto: la Ionosfera Lunare è generata proprio dai grani di polvere lunare in sospensione che catturano la luce solare, creando l'alone lungo l'orizzonte (fenomeno, questo, già osservato dagli astronauti della missione Apollo 15). Ma, come si comporta la Ionosfera della Luna con la radio propagazione? A tal riguardo, va detto che una Ionosfera composta di polvere anzicchè di gas è inedita per la scienza planetaria; per cui è difficile stabilire il suo comportamento diurno e notturno, il comportamento stagionale, ma anche le reazioni nel corso dei cicli solari sulle varie lunghezze d'onda. Però potrebbe accadere che, in futuro, due astronauti (magari radioamatori) riescano a comunicare tra loro sulle onde corte grazie a questa strana Ionosfera. No, non stiamo galoppando con la fantasia, giacchè, tra non molto, inizierà il turismo lunare! Quindi, chiunque potrà visitare la Luna, passeggiarvi come hanno fatto gli astronauti, forse soggiornarvi per qualche periodo di tempo e ritornare sul nostro Pianeta. E la Scienza? Diciamo che l'interesse per il nostro satellite si è nuovamente riacutizzato, anche a causa di necessari progetti di ricerca non più attuabili sulla Terra. Uno di questi è la realizzazione di un enorme radiotelescopio nel cratere Dedalus, ubicato sulla faccia nascosta della Luna. Perchè mai sulla faccia nascosta? Il motivo è molto semplice: l'enorme inquinamento elettromagnetico generato sulla Terra (comunicazioni cellulari, emittenti radio e televisive, strumenti di laboratorio e...radioamatoriali) che coinvolge anche la faccia visibile della Luna. Il progetto si chiama Quiet Cone (cono silenzioso) e prevede l'installazione di una enorme antenna parabolica, proprio nel cratere Dedalus; la quale, in assenza di disturbi, raccoglierebbe importanti dati di radiosorgenti presenti nell'Universo per poi inviarli sulla Terra attraverso un sistema di satelliti ripetitori (Space Relay Satellits), posizionati nei vari punti Lagrangiani della Luna. Data l'assenza di fenomeni meteorologici sulla Luna, è ovvio che la grossa parabola, unitamente al suo meccanismo di sostegno ed al sistema motorizzato di tracking, non necessiterebbe di nessuna manutenzione di lubrificazione ai congegni di snodo.
L'unica manutenzione potrebbe scaturire se, fatalmente, il radiotelescopio fosse colpito da un meteorite (ma, già da adesso, facciamo gli scongiuri); minaccia, che potrebbe accadere anche alla Stazione Spaziale Internazionale. A questo, va aggiuto il progetto di colonizzazione del nostro satellite, con l'installazione di basi di lancio per i satelliti interplanetari (oggi cosmodromi di Guru nella Guyane Francoise; del Jet Propulsion Laboratory a Pasadena U.S.A.; di Baikonur nel Kazakhstan) risparmiando una enorme quantità di carburante per la messa in orbita, grazie alla minima gravità lunare. Siamo giunti alla fine di questa disquisizione ed abbiamo esposto soltanto una minima parte dei segreti che Selene ci ha svelato fino ad ora. Sicuramente, con lo studio, la ricerca e la sperimentazione, magari nei futuri laboratori lunari, scopriremo altre peculiarità nascoste di questo meraviglioso oggetto celeste. Resta di fatto che, della nostra Luna non possiamo farne a meno, in quanto, se non ci fosse questo naturale “freno motoreâ€, la Terra girerebbe più velocemente, come una trattola (altro che un sasso senza tempo!). E allora lasciamola dov'e, silenziosa, sorniona; lasciamola agli innamorati, ai sognatori, agli astronauti; ma anche ai radioamatori che la utilizzano per far riflettere i segnali radio Earth-Moon-Earth. Già , proprio i radioamatori che, così come gli astronauti, fanno eccheggiare la loro voce tra le valli e tra i monti della nostra, cara Luna.
Giovanni Lorusso
IK0ELN