Messaggio 15 dicembre 2005, 9:21

La Radio

La radio

In un mondo fatto di silenzi, di voci umane, di versi degli animali di tintinnare degli attrezzi o di sibili del vento, a Montegelli l'unico suono artificiale, non umano, proveniva dalla radio.

Nelle cascine di campagna le radio funzionavano con due voluminose batterie, grosse quasi quanto quelle di una motocicletta, ricoperte in cartone colorato a righine bianche e blu.

I bambini avevano imparato presto che dentro alle batterie esaurite si trovavano carboncini di grafite con i quali si poteva scrivere benissimo sui muri o sulle pietre levigate e appena capitava l'occasione si dedicavano all'operazione di smontaggio. Era il cordone ombelicale con il mondo la radio e gli uomini la ascoltavano per conoscere i fatti, la cronaca e la politica, le notizie sul giro d'Italia, i risultati delle elezioni o il Festival di Sanremo.

La sera le famiglie si sedevano attorno alla radio e, dopo averla sintonizzata sulla stazione giusta, ascoltavano tendendo l'orecchio verso l'apparecchio da cui uscivano sibili e fischi, suoni e flebili voci.

I mesi di Novembre e di Dicembre del 1957 furono molto freddi, piovosi, ma senza neve.

Lungo la strada provinciale furono portati molti camion di ghiaia ed il manto stradale rabberciato un po'.

La neve arrivò con il 1958, gli uomini dalle cascine sperdute in mezzo alla neve, con le strade chiuse per parecchi giorni, ascoltavano alla radio le previsioni del tempo e faticavano a comprendere il linguaggio tecnico-paludato degli speekers che promettevano altre precipitazioni nevose e vento 'burian'
IZ0GRR Davide