Messaggio 22 gennaio 2014, 13:02

La Seagull e i radioamatori

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Quarant'anni fa, il 17 febbraio 1974, dalla nave SEAGULL, di bandiera liberiana, nominativo ELQA, veniva trasmesso un messaggio,ove si segnalava di essere in difficoltà a causa del mare grosso. La nave si trovava nel Canale di Sicilia, proveniente da Casablanca, e diretta ad Augusta, con un carico di 9.000 tonnellate di fosfati.
Questa fu l'ultima comunicazione, poi più nulla.

Alcuni giorni dopo, la nave italiana VELA/ICMV, all'arrivo a Genova, avvisava la Capitaneria di porto dell'avvistamento di una scialuppa di salvataggio abbandonata, con parte del nome "Seagull". Partirono le ricerche, e in zona venne rinvenuto il corpo di un marittimo.
Nel dicembre 1974, a seguito della segnalazione di un pescatore, il relitto della nave venne individuato a nove miglia da Licata, alla profondità di 100 metri.
La particolarità dell'equipaggio di questa nave è che a bordo si trovavano due Ufficiali Radiotelegrafisti: il titolare, Frane Junakovic, di 62 anni, e Claudio Corrado, di 22 anni, di Ruda (UD). Oltre a questi, le 30 persone erano: il comandante francese e sua moglie come passeggera, spagnoli, jugoslavi ed altri lavoratori provenienti dall'Africa equatoriale.

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Claudio Corrado

Claudio frequenta l'Istituto Professionale per le attività marinare di Grado (GO), e ottiene il Brevetto di Radiotelegrafista nella primavera del 1972, quindi presta servizio di leva in Marina Militare.
Riponendo piena fiducia nel Comandante, conosciuto in precedente occasione, accetta l'imbarco a bordo della "Seagull", ma, all'arrivo a bordo, siccome il Marconista c'era già, viene confermato come Ufficiale di Coperta.
Alla Scuola R.T. di Grado, Claudio passava le ore pomeridiane nella sala del secondo piano, attrezzata con i tavoli per le esercitazioni in Morse, e la macchina manipolatrice di tipo "Palermo" era sempre in funzione, e forzava gli allievi all'aumento della velocità di ricezione..
Io nel frattempo approfittavo del ricevitore BC348, cercando le liste traffico, i bollettini meteo Wx e gli avvisi ai naviganti Nx per la ricezione "in diretta".
Con Claudio si favoleggiava di ricevitori super selettivi e trasmettitori potenti che si potevano trovare sulle navi più recenti.
I colleghi che si erano diplomati negli anni precedenti, al ritorno dai loro viaggi, passavano sempre dalla scuola, formando cappannelli di interessati, e parlavano di stazioni a bordo di grandi petroliere super accessoriate, con radiotelex e, perfino (nel futuro) si abbandonerà le onde medie e corte per passare al satellite.
Nel frattempo Claudio mi prometteva che, per il prossimo imbarco,avremmo fatto dei QRX: lui avrebbe trasmesso sulle bande marittime, con la seconda frequenza di lavoro delle onde corte (controllato da Xtal in armonica), ed io sulle bande radioamatori, parte alta e poco affollata, tutto in CW, naturalmente.
Mi promise che, successivamente, fra un imbarco e l'altro, avrebbe fatto la domanda per ottenere la patente di Operatore di stazione di radioamatore, in esenzione di esame, in quanto già con il brevetto di R.T.. Avrebbe poi chiesto la licenza e il nominativo, e ci saremmo potuti sentire sulle frequenze OM, in isoonda.
Proprio in quegli anni uscivano i primi ricetrasmettitori compatti, tutto transistor, tipo "Atlas 210", che si trovavano già nei porti degli USA e Nord Europa, da portare con sé ad ogni imbarco.
Si favoleggiava perfino sul nominativo che potevano assegnargli. Si cercava nell'elenco dei già assegnati, quale suffisso era ancora libero, orecchiabile e facile da trasmettere, poiché doveva caricarsi anche del /MM.
Ma così non avvenne.
Nessun segnale di allarme o di soccorso. In un tratto di mare molto trafficato, con stazioni costiere e di nave in continuo ascolto su 500 KHz, qualsiasi SOS sarebbe stato captato in zona da: Augusta MM/IGJ, Taranto MM/ICT, o dalle stazioni P:T: di Bari/IPB, Napoli/IQH o Cagliari/IDC o Malta.
Le navi erano equipaggiate con trasmettitore in onda media di potenza variabile fino a qualche centinaio di Watt, e la manipolazione poteva essere da tasto manuale o da "manipolatore automatico del segnale di allarme", un dispositivo elettro-meccanico che generava linee di 4 secondi ad intervalli di 1 secondo (con tolleranza).
Questi segnali, emessi sulla frequenza di soccorso, anche se l'operatore delle navi vicine non era in ascolto, facevano scattare un avvisatore di emergenza in zona.
Anche una chiamata in fonia sul canale 16 Vhf o su 2182 Khz avrebbe avuto molti riscontri, sia da parte di stazioni costiere che di bordo.
Nel caso di imminente pericolo alla nave, era necessaria comunque la presenza di un operatore che accendesse il trasmettitore, e mettesse in funzione un manipolatore, senza contare il tempo di riscaldamento delle valvole.
Dopo l'introduzione del sistema GMDSS (Global Maritime Distress Safety System), dal 1999 è divenuta obbligatoria, fra gli altri dispositivi, anche l'EPIRB (Emergency Position Indicating Radiobeacon). Queste radioboe trasmettono su 121,5 e 406 Mhz segnali digitali che vengono ricevuti da sistemi satellitari, permettendo l'identificazione e la localizzazione di un mezzo mobile.
Le radioboe sono disposte a bordo in modo che, se anche la nave affonda, si staccano, prendono posizione verticale e iniziano la trasmissione.
Devo citare la Signora Rajna Junakovic, moglie del Marconista, per aver insistito a lungo per cercare la verità su questo evento.

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Il sacrificio di Claudio Corrado è ricordato da una targa posta nell'ex Istituto per Radiotelegrafisti di Grado (GO), mentre a Licata c'è un monumento a nome dell'intero equipaggio.
Verrà attivata anche una stazione commemorativa con nominativo speciale sulle nostre bande.

Ennio Di Tomaso, IV3EAD

BIBLIOGRAFIA

- "Non è il mare il mio nemico- Il naufragio della Seagull" - Liliana Lanzardo, Ugo Mursia Ed., 2012.
- "Bandiere ombra e armatori fantasma"- Gianni Vasino, Mursia, 1976.
- Foto dalla famiglia Corrado.
IK0ZCW Alberto Devitofrancesco Presidente C.I.S.A.R. sezione di Roma IQ0HB
https://www.cisarroma.it - https://www.ik0zcw.it - https://www.qrz.com/db/ik0zcw


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