Si riparte con un nuovo progetto
Il nuovo anno non è iniziato molto bene: troppe guerre, troppa aggressività, troppo l’odio che sconvolge il mondo e mostra uno spettacolo di orrori senza fine che turbano e impauriscono. Per chi come me, è divenuta una pendolare dell’Africa, il pensiero va agli amici lontani e alla situazione del continente africano, agli Stati in lotta, alle Missioni e alle Chiese date alle fiamme e resto sgomenta senza parole di fronte alle notizie di tanti morti e perseguitati.
Da quando mi sono recata in Africa la prima volta, circa venti anni fa, la situazione è molto cambiata e si è innestata una preoccupante spirale, ma ormai poichè considero l’Africa la mia seconda terra, vorrei continuare a fare qualcosa per contribuire alla sua crescita anche se lenta e faticosa: è un richiamo al quale non posso non rispondere.
Il volontariato è un’esperiena che cambia la vita, il modo di vedere, pensare e valutare. Porta ad apprezzare di più il quotidiano e ad insegnare a chi c’è vicino, una realtà lontana di cui bisogna tenere conto e agire perchè i giovani possano avere un futuro migliore.
Con il volontariato ho vissuto accanto agli Ultimi e da loro ho imparato la gioia di vivere e la fratellanza, l’aiutarsi a vicenda e sentirsi uniti con gioia nella povertà. Forse, era così una volta anche qui da noi, quando non avevamo nulla, ma eravamo pronti a tendere la mano a chi si trovava in difficoltà.
Riconosco che oggi viaggiare non è il modo più tranquillo di vivere, però, non mi posso fermare per paura della situazione attuale, così cerco di superarla con il ragionamento e tutta questa violenza, non mi fa desistere dal rimettermi in movimento e dare il via, grazie a Informatici Senza Frontiere ONLUS, al progetto “ISF per Zanzibar” che da mesi sto elaborando.
Zanzibar , è un’isola dell’oceano Indiano, fino al 1964 faceva parte del vecchio Tanganika. Ha una lunga storia di dominio arabo e musulmano. Una volta era il centro del commercio degli schiavdell’Africa Orientale, del legno pregiato, delle spezie (famosi i chiodi di garofano) e dell’avorio. Oggi fa parte della Tanzania. Fu da Zanzibar e dal villaggio di Bagamoyo, che nel 1866 partì il primo missionario medico, il dott. Livingston iniziando il suo viaggio alla ricerca delle sorgenti del Nilo.
A Zanzibar, ero già andata un anno fa, alla fine di gennaio, per portare un aiuto umanitario all’Italia Day Hospital assieme ad un gruppo di radioamatori. Durante la mia breve permanenza sono stata catturata da quell’ambiente sereno, povero, ma nella sua semplicità seducente. Con sorpresa, ho conosciuto alcuni giovani Masai che da pastori si sono saputi trasformare in piccoli commerciati imparando le lingue straniere e destreggiandosi tra culture diverse pur conservando la propria identità.
Mi ero ripromessa che dovevo tornarci con un progetto di Informatici Senza Frontiere, lo avevo fin da subito anticipato a Maurizio, il responsabile per l’Africa, dovevo ritornarci per continuare a dare quel qualcosa in più al piccolo ospedale ancora in fase di ultimazione e a quelle scuole piene di colore e gremite di bambini sorridenti.
Elvira IV3FSG - 5H1ES + Carlo IK6CAC - 5H1OC
Da quando mi sono recata in Africa la prima volta, circa venti anni fa, la situazione è molto cambiata e si è innestata una preoccupante spirale, ma ormai poichè considero l’Africa la mia seconda terra, vorrei continuare a fare qualcosa per contribuire alla sua crescita anche se lenta e faticosa: è un richiamo al quale non posso non rispondere.
Il volontariato è un’esperiena che cambia la vita, il modo di vedere, pensare e valutare. Porta ad apprezzare di più il quotidiano e ad insegnare a chi c’è vicino, una realtà lontana di cui bisogna tenere conto e agire perchè i giovani possano avere un futuro migliore.
Con il volontariato ho vissuto accanto agli Ultimi e da loro ho imparato la gioia di vivere e la fratellanza, l’aiutarsi a vicenda e sentirsi uniti con gioia nella povertà. Forse, era così una volta anche qui da noi, quando non avevamo nulla, ma eravamo pronti a tendere la mano a chi si trovava in difficoltà.
Riconosco che oggi viaggiare non è il modo più tranquillo di vivere, però, non mi posso fermare per paura della situazione attuale, così cerco di superarla con il ragionamento e tutta questa violenza, non mi fa desistere dal rimettermi in movimento e dare il via, grazie a Informatici Senza Frontiere ONLUS, al progetto “ISF per Zanzibar” che da mesi sto elaborando.
Zanzibar , è un’isola dell’oceano Indiano, fino al 1964 faceva parte del vecchio Tanganika. Ha una lunga storia di dominio arabo e musulmano. Una volta era il centro del commercio degli schiavdell’Africa Orientale, del legno pregiato, delle spezie (famosi i chiodi di garofano) e dell’avorio. Oggi fa parte della Tanzania. Fu da Zanzibar e dal villaggio di Bagamoyo, che nel 1866 partì il primo missionario medico, il dott. Livingston iniziando il suo viaggio alla ricerca delle sorgenti del Nilo.
A Zanzibar, ero già andata un anno fa, alla fine di gennaio, per portare un aiuto umanitario all’Italia Day Hospital assieme ad un gruppo di radioamatori. Durante la mia breve permanenza sono stata catturata da quell’ambiente sereno, povero, ma nella sua semplicità seducente. Con sorpresa, ho conosciuto alcuni giovani Masai che da pastori si sono saputi trasformare in piccoli commerciati imparando le lingue straniere e destreggiandosi tra culture diverse pur conservando la propria identità.
Mi ero ripromessa che dovevo tornarci con un progetto di Informatici Senza Frontiere, lo avevo fin da subito anticipato a Maurizio, il responsabile per l’Africa, dovevo ritornarci per continuare a dare quel qualcosa in più al piccolo ospedale ancora in fase di ultimazione e a quelle scuole piene di colore e gremite di bambini sorridenti.
Elvira IV3FSG - 5H1ES + Carlo IK6CAC - 5H1OC
73 de Alfredo
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alfredodenisi@libero.it
+393490555875
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