Mostra Convegno: U.R.I. 100 anni Unione Radiofonica Italiana
SI È APPENA CONCLUSA LA XXIII EDIZIONE DI "LA RADIO IL SUONO" MA NOI NON RIUSCIAMO PROPRIO A STARE FERMI E SIAMO GIÀ A LAVORO PER IL PROSSIMO EVENTO.
Il 27 novembre 1924 il governo assegnò alla società privata URI la concessione, in esclusiva, del servizio delle radioauzioni circolari per la durata di sei anni (prorogabili per altri quattro), assegnazione che venne sancita dal R.D. 14 ottobre 1924 n. 2191 Concessione dei servizi radioauditivi circolari alla Società Anonima Unione Radiofonica Italiana (U.R.I.) pubblicato sulla G.U. n. 11 del 15 gennaio 1925 pp. 164-167.
Con tale decreto in particolare venne sancito che l’URI era l’unica emittente radiofonica italiana autorizzata a diffondere notizie di interesse pubblico e il Governo era il solo a concedere il placet per la trasmissione di notizie di agenzie di stampa diverse dall’Agenzia Stefani.
La annunciatrice dell’URI era Ines Viviani Donarelli.
Il 18 gennaio 1925 esce il primo numero del Radiorario, rivista settimanale dell’URI che pubblica il palinsesto delle trasmissioni e vuole propagandare il nuovo mezzo e conoscere i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare.
La stazione radiofonica di Roma sarà seguita l’8 dicembre 1925 da un’analoga installazione a Milano e il 14 novembre 1926 a Napoli.
Nell’ottobre dello stesso anno inizia ad essere trasmessa anche la pubblicità i cui tempi sono venduti dalla concessionaria Sipra.
Il fenomeno delle radioaudizioni, inizialmente ostacolato da costi che sembravano proibitivi per un’Italia assai povera, prese il via solo a partire dagli anni trenta, agevolato anche dalle iniziative del regime che dotò ogni casa del Fascio di un apparato ricevente denominato radio popolare e assunse in seguito il motto “Ogni paese deve avere la sua radio”, sostenendo la diffusione di apparecchi economici come la radio Rurale e la radio Balilla.
Nel 1927, per effetto del R.D.L. 17 novembre 1927 n. 2207, l’URI viene trasformata in Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR).