Convegno e mostra su Marconi Molfetta e il Mare
28/10/2012 L’Associazione Eredi della Storia e la Fondazione ANMIG, con la collaborazione della Capitaneria di Porto, dell’IPSIAM e dell’associazione ARI (Associazione Radioamatori Italiani) – sezione di Molfetta e con il patrocinio del Comune di Molfetta, hanno promosso una interessante iniziativa tesa a far conoscere l’attività di un nostro compianto concittadino: Vincenzo Rutigliano, classe 1905, primo radiotecnico e radiotelegrafista, collaboratore di Guglielmo Marconi. Nel 1922 acquisì il diploma di licenza tecnica presso l’Istituto Macchia di Bari e la specializzazione in Dattilografia e di maneggio dell’ apparecchiatura Morse a Palermo. Nel 1935 avendo conosciuto Marconi, gli fu proposto di far parte della “compagnia Marconi†e collaborò con il grande inventore sino alla sua morte avvenuta nel 1937. Nel corso del secondo conflitto monidale venne destinato in una stazione d’avvistamento notturno aereo: Semaforo-Ostuni. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rientrò a Molfetta dove aprì un nuovo laboratorio radiotecnico in via Vittorio Emanuele. Lo stesso mantenne comunque i suoi contatti con i tecnici e gli ingegneri conosciuti sulla nave Elettra che, al termine del conflitto, gli affidarono numerose apparecchiature, conservate sino ad oggi dal suo allievo Sergio Ragno.
Il sodalizio ha, dunque, allestito una mostra, che ha anche una grande valenza didattica, in corso fino al 30 ottobre presso la Sala dei Templari, esponendo numerosi apparecchi radiofonici o televisivi d’epoca, riviste legate alle comunicazioni (in una, datata 1934, si parla di quella che all’epoca era la “più recente scoperta nel campo dell’infinitamente piccoloâ€, ossia l’elettrone positivo), oltre ad apparecchi realizzati da Antonio Simone del Museo delle Telecomunicazioni di Palazzo SanGervaso.
La mostra, inaugurata dal Comandante della Capitaneria di Porto C.F. (CP) Alessandro Ducci, è stata preceduta da un convegno intitolato “Telegrafia senza fili (T.S.F.) – Marconi – Molfetta e il mareâ€, al quale hanno preso parte il dottor Michele Spadavecchia, presidente e consulente storico dell’Associazione Eredi della Storia, Gianluca Silvestri, presidente dell’associazione ARI sezione di Molfetta, l’europarlamentare on. Sergio Silvestris, oltre al comandante Ducci e alle figlie di Vincenzo Rutigliano.
Nel corso del convegno, moderato da Francesco De Bartolo, responsabile del gruppo CulturAttiva, si è discusso della rilevanza degli esperimenti e delle scoperte di Guglielmo Marconi, il quale, come più volte è stato sottolineato, ha annullato le distanze e favorito la sicurezza.
In collegamento telefonico è intervenuto il Maresciallo 1°capo e Lgt. Filippo Pacelli, curatore del museo Marconiano di Ancona, autore del volume “Un italiano nel mondo sulle onde radioâ€, il quale ha evidenziato il contributo che Marconi ha dato alla scienza e al progresso.
L’on. Silvestris ha espresso il proprio plauso per il recupero della memoria e la valorizzazione di alcuni eventi storici da parte dell’associazione Eredi della Storia e ricordato il contributo delle “comunicazioni clandestine†che la radio ha consentito nei momenti bui di blocco delle comunicazioni tra blocchi contrapposti o sotto le dittature, favorendo il dialogo tra coloro che il parlamentare ha definito “uomini di buona volontà â€.
Il dottor Spadavecchia ha tracciato un breve excursus storico sulla figura di Marconi e sull’interesse che le sue scoperte suscitarono nella Marina Militare Italiana che, ben presto, comprese l’importanza che per la rivestivano per la navigazione le comunicazioni tra natanti, comunicazioni che fino a quel momento erano state esclusivamente visive. Numerosi furono coloro che seguirono le orme di Marconi, perfezionando pian piano le apparecchiature marconiane fino a giungere alla ricezione auricolare.
Il Comandante Ducci ha approfondito la tematica “La T.S.F. nelle operazioni di soccorso: importanza ed evoluzioneâ€. Partendo dalla tragedia del Titanic ha evidenziato l’importanza della figura dell’ufficiale marconista che aveva la responsabilità dei collegamenti e della manutenzione degli apparecchi alla quale, se imbarcato su navi passeggere o da carico, si aggiungevano incarichi amministrativi.
Il sistema, però, presentava alcuni svantaggi: la comunicazione avveniva principalmente nave/nave, si potevano riscontrare difficoltà nella ricezione, necessità di mantenere continuo ascolto radio, si trattava di un sistema manuale.
A partire dagli anni Novanta si può contare su un sistema ampiamente automatizzato, il messaggio può essere captato da navi, satelliti, stazioni a terra.
Ampio spazio è stato dedicato ai sistemi di sicurezza e ai sistemi di controllo del traffico marittimo in dotazione alla Guardia Costiera, come il sistema COSPAS-SARSAT oppure l’AIS (Automatic Identification System) che identifica il natante, la rotta seguita, la velocità e la direzione.
Nell’ambito del convegno, poi, il dottor Spadavecchia ha presentato la figura del medico di bordo e il CIRM (Centro Internazionale Radiomedico) che hanno contribuito a salvare tante vite.
In occasione del convegno è stato realizzato, inoltre, uno speciale annullo filatelico dedicato a Guglielmo Marconi.
Isabella de Pinto
di redazione@laltramolfetta.it
Il sodalizio ha, dunque, allestito una mostra, che ha anche una grande valenza didattica, in corso fino al 30 ottobre presso la Sala dei Templari, esponendo numerosi apparecchi radiofonici o televisivi d’epoca, riviste legate alle comunicazioni (in una, datata 1934, si parla di quella che all’epoca era la “più recente scoperta nel campo dell’infinitamente piccoloâ€, ossia l’elettrone positivo), oltre ad apparecchi realizzati da Antonio Simone del Museo delle Telecomunicazioni di Palazzo SanGervaso.
La mostra, inaugurata dal Comandante della Capitaneria di Porto C.F. (CP) Alessandro Ducci, è stata preceduta da un convegno intitolato “Telegrafia senza fili (T.S.F.) – Marconi – Molfetta e il mareâ€, al quale hanno preso parte il dottor Michele Spadavecchia, presidente e consulente storico dell’Associazione Eredi della Storia, Gianluca Silvestri, presidente dell’associazione ARI sezione di Molfetta, l’europarlamentare on. Sergio Silvestris, oltre al comandante Ducci e alle figlie di Vincenzo Rutigliano.
Nel corso del convegno, moderato da Francesco De Bartolo, responsabile del gruppo CulturAttiva, si è discusso della rilevanza degli esperimenti e delle scoperte di Guglielmo Marconi, il quale, come più volte è stato sottolineato, ha annullato le distanze e favorito la sicurezza.
In collegamento telefonico è intervenuto il Maresciallo 1°capo e Lgt. Filippo Pacelli, curatore del museo Marconiano di Ancona, autore del volume “Un italiano nel mondo sulle onde radioâ€, il quale ha evidenziato il contributo che Marconi ha dato alla scienza e al progresso.
L’on. Silvestris ha espresso il proprio plauso per il recupero della memoria e la valorizzazione di alcuni eventi storici da parte dell’associazione Eredi della Storia e ricordato il contributo delle “comunicazioni clandestine†che la radio ha consentito nei momenti bui di blocco delle comunicazioni tra blocchi contrapposti o sotto le dittature, favorendo il dialogo tra coloro che il parlamentare ha definito “uomini di buona volontà â€.
Il dottor Spadavecchia ha tracciato un breve excursus storico sulla figura di Marconi e sull’interesse che le sue scoperte suscitarono nella Marina Militare Italiana che, ben presto, comprese l’importanza che per la rivestivano per la navigazione le comunicazioni tra natanti, comunicazioni che fino a quel momento erano state esclusivamente visive. Numerosi furono coloro che seguirono le orme di Marconi, perfezionando pian piano le apparecchiature marconiane fino a giungere alla ricezione auricolare.
Il Comandante Ducci ha approfondito la tematica “La T.S.F. nelle operazioni di soccorso: importanza ed evoluzioneâ€. Partendo dalla tragedia del Titanic ha evidenziato l’importanza della figura dell’ufficiale marconista che aveva la responsabilità dei collegamenti e della manutenzione degli apparecchi alla quale, se imbarcato su navi passeggere o da carico, si aggiungevano incarichi amministrativi.
Il sistema, però, presentava alcuni svantaggi: la comunicazione avveniva principalmente nave/nave, si potevano riscontrare difficoltà nella ricezione, necessità di mantenere continuo ascolto radio, si trattava di un sistema manuale.
A partire dagli anni Novanta si può contare su un sistema ampiamente automatizzato, il messaggio può essere captato da navi, satelliti, stazioni a terra.
Ampio spazio è stato dedicato ai sistemi di sicurezza e ai sistemi di controllo del traffico marittimo in dotazione alla Guardia Costiera, come il sistema COSPAS-SARSAT oppure l’AIS (Automatic Identification System) che identifica il natante, la rotta seguita, la velocità e la direzione.
Nell’ambito del convegno, poi, il dottor Spadavecchia ha presentato la figura del medico di bordo e il CIRM (Centro Internazionale Radiomedico) che hanno contribuito a salvare tante vite.
In occasione del convegno è stato realizzato, inoltre, uno speciale annullo filatelico dedicato a Guglielmo Marconi.
Isabella de Pinto
di redazione@laltramolfetta.it