Visita al radiotelescopio INAF di Noto
Il CISAR di Agrigento e di Ragusa insieme a scuola di radioastronomia.
Domenica 17 marzo 2013, le sezioni C.I.S.A.R. di Agrigento e di Ragusa sono state ospitate presso il Radiotelescopio di Noto. L’edificio e l’antenna sono stati edificati dall’Istituto Nazionale di Astrofisica nell’estremo sud della provincia di Siracusa in contrada Renna Bassa a pochi chilometri da Noto, la più famosa città barocca della Sicilia.
L’iniziativa, programmata nell’ambito delle attività culturali annuali del C.I.S.A.R. di Agrigento, è stata estesa alla sezione di Ragusa, che ha collaborato sulla stessa lunghezza d'onda per la riuscita del particolare evento.
La visita è iniziata alle ore 11.00 nella saletta delle conferenze del radiotelescopio con i saluti del Dott. Pietro Cassaro, che ha brevemente illustrato al gruppo dei 29 partecipanti le tipologie di ricerca alle quali si indirizza la moderna radioastronomia.
L’astrofisico, dopo una breve parentesi sulla storia della radioastronomia, ha proseguito con una lezione sulle metodologie utilizzate per l’esplorazione dello spazio lontano. Ha precisato che le doti fondamentali e principali di una stazione di osservazione celeste con onde radio sono la sensibilità e il potere risolutivo, dimostrando con esempi pratici come quest’ultimo parametro migliora di molto al variare della distanza tra le antenne di rilevamento. Le sorgenti radio cosmiche, ha voluto inoltre rilevare il ricercatore, sono analizzate nella sede di Noto con l’ausilio in antenna di uno specchio ausiliare attivo e con un ricevitore che utilizza un oscillatore locale a Maser con errore di tempo di un secondo ogni 100.000 anni.
Le immagini, a differenza dei tradizionali telescopi, sono rilevate attraverso l'analisi delle onde elettromagnetiche emesse dai corpi celesti in genere nella banda di frequenza compresa tra 0,30-100 GHz, anche se è possibile captare dallo spazio segnali radio a frequenza più bassa e più alta. La ricerca radioastronomica si è enormemente perfezionata negli ultimi anni con i progressi della tecnologia a microonde, l’uso delle tecnologie digitali e la costruzione di antenne riceventi di dimensioni sempre più grandi ed efficienti.
Il radiotelescopio siciliano, attraverso una parabola di 32 m, lavora in sintonia con l’antenna gemella della stazione di Medicina in provincia di Bologna e, insieme al Sardinia Radio Telescope di Pranu Sanguni presso Cagliari, costituisce un polo di ricerca di eccellenza a livello internazionale.
L’antenna della stazione di Noto, realizzata alla fine degli anni ’80 e accordabile oggi fino a frequenze di oltre 100 GHz, utilizza il protocollo V.L.B.I. (Very Long Baseline Interferometry) ed è collegata ad altre antenne simili, ubicate in tutta Europa e nel mondo, allo scopo di ottenere immagini con una risoluzione molto elevata degli oggetti celesti, come le pulsars, che emettono onde radio per effetto della velocità sincrotronica raggiunta dagli elettroni sottoposti a campo magnetico o, come le galassie, per le quali si indaga in particolare sull’idrogeno neutro.
Il sistema V.L.B.I. consente inoltre di misurare con precisione quasi millimetrica la tratta delle antenne tra loro collegate, rilevata attraverso la misura in tempi diversi del segnale proveniente dalla radiosorgente cosmica. La rete interferometrica coglie eventuali piccolissimi movimenti della crosta terrestre o della deriva delle stesse stazioni radiotelescopiche e di conseguenza gli spostamenti delle placche tettoniche sulle quali sono edificate le strutture di ricerca.
Il gruppo CISAR ha posto numerose domande sull’utilizzo delle tecniche a microonde per l’analisi delle radioimmagini rilevate attraverso le frequenze a lunghezza d’onda centimetrica e millimetrica e sull’eventuale possibile coinvolgimento dei radioamatori alle ricerche in questo specifico settore. Le sperimentazioni radioamatoriali in Italia su queste altissime frequenze, si è voluto rilevare nel dibattito che è seguito tra gli OM presenti, sono ad oggi limitate all’attività EME e alla banda dei 3 cm con collegamenti a medie distanze per “scatterâ€, mentre sulle lunghezze d’onda millimetriche dei 47-47,2 GHz, assegnate dal Ministero, vengono già effettuate esperienze significative da parte di alcuni radioamatori italiani.
La parabola di Noto, ha continuato il Dott. Cassaro, è utilizzata da ricercatori italiani e di tutto il mondo anche come antenna singola per osservazioni di nebulose e di supernove, l’individuazione di sistemi planetari lontani e il monitoraggio delle più svariate radio sorgenti. Le immagini sono registrate in speciali hard disk costituiti da 8 blocchi di unità di 2 terabyte, che poi vengono consegnati agli studiosi committenti per l’elaborazione dei dati.
Il Dott. Cassaro, infine, ha evidenziato che nel corso degli anni le osservazioni sono sempre più spesso inficiate da interferenze radio, che oggi sono particolarmente presenti nella banda dei GHz a causa del trasferimento dei segnali digitali tra i ripetitori di alcune emittenti televisive.
La visita è proseguita con l’ingresso alle sale operative, dove il gruppo è stato istruito sull’utilizzo dell’oscillatore a Maser del ricevitore a microonde e dello specchio attivo. Lo specchio attivo è una caratteristica specifica dell’antenna di Noto e si avvale del controllo di un computer per compensare e bilanciare le deformazioni create dal peso della pesante struttura parabolica.
Non sono mancate da parte di alcuni soci le domande sul programma SETI relativo alla eventualità di ricevere segnali radio inviati da possibili civiltà extraterrestri. Questo progetto o altri simili, ha replicato il ricercatore, non hanno ad oggi captato nessun segnale intelligente o sospetto tale o prodotto risultati concreti, perché le onde radio, pur viaggiando alla velocità della luce, sono un sistema di comunicazione molto lento rispetto alle smisurate distanze astronomiche e che, in un lontano futuro, sarà ritenuto probabilmente obsoleto.
A conclusione della visita i presidenti delle due sezioni CISAR siciliane, Vincenzo IW9DLG di Ragusa e Alessandro IW9GWS di Agrigento, hanno ringraziato il ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica con una targa ricordo per l’emozionante mattinata e la singolare esperienza culturale offerta durante la visita al radiotelescopio.
Il pranzo sociale, organizzato dai soci della sezione di Ragusa, è stato consumato presso un caratteristico agriturismo della zona iblea, dove è stato realizzato un video per il TG CISAR nazionale a cura di Giuseppe IT9DGD e del figlio Alessandro.
La giornata, concludendo, è stata una valida occasione per rinnovare lo spirito di collaborazione ed aggregazione tra le diverse sezioni siciliane, così come previsto dal programma annuale delle attività culturali per il 2013 stilato da CISAR Agrigento.
Vittorio IW9CLA
Alessandro IW9GWS
Domenica 17 marzo 2013, le sezioni C.I.S.A.R. di Agrigento e di Ragusa sono state ospitate presso il Radiotelescopio di Noto. L’edificio e l’antenna sono stati edificati dall’Istituto Nazionale di Astrofisica nell’estremo sud della provincia di Siracusa in contrada Renna Bassa a pochi chilometri da Noto, la più famosa città barocca della Sicilia.
L’iniziativa, programmata nell’ambito delle attività culturali annuali del C.I.S.A.R. di Agrigento, è stata estesa alla sezione di Ragusa, che ha collaborato sulla stessa lunghezza d'onda per la riuscita del particolare evento.
La visita è iniziata alle ore 11.00 nella saletta delle conferenze del radiotelescopio con i saluti del Dott. Pietro Cassaro, che ha brevemente illustrato al gruppo dei 29 partecipanti le tipologie di ricerca alle quali si indirizza la moderna radioastronomia.
L’astrofisico, dopo una breve parentesi sulla storia della radioastronomia, ha proseguito con una lezione sulle metodologie utilizzate per l’esplorazione dello spazio lontano. Ha precisato che le doti fondamentali e principali di una stazione di osservazione celeste con onde radio sono la sensibilità e il potere risolutivo, dimostrando con esempi pratici come quest’ultimo parametro migliora di molto al variare della distanza tra le antenne di rilevamento. Le sorgenti radio cosmiche, ha voluto inoltre rilevare il ricercatore, sono analizzate nella sede di Noto con l’ausilio in antenna di uno specchio ausiliare attivo e con un ricevitore che utilizza un oscillatore locale a Maser con errore di tempo di un secondo ogni 100.000 anni.
Le immagini, a differenza dei tradizionali telescopi, sono rilevate attraverso l'analisi delle onde elettromagnetiche emesse dai corpi celesti in genere nella banda di frequenza compresa tra 0,30-100 GHz, anche se è possibile captare dallo spazio segnali radio a frequenza più bassa e più alta. La ricerca radioastronomica si è enormemente perfezionata negli ultimi anni con i progressi della tecnologia a microonde, l’uso delle tecnologie digitali e la costruzione di antenne riceventi di dimensioni sempre più grandi ed efficienti.
Il radiotelescopio siciliano, attraverso una parabola di 32 m, lavora in sintonia con l’antenna gemella della stazione di Medicina in provincia di Bologna e, insieme al Sardinia Radio Telescope di Pranu Sanguni presso Cagliari, costituisce un polo di ricerca di eccellenza a livello internazionale.
L’antenna della stazione di Noto, realizzata alla fine degli anni ’80 e accordabile oggi fino a frequenze di oltre 100 GHz, utilizza il protocollo V.L.B.I. (Very Long Baseline Interferometry) ed è collegata ad altre antenne simili, ubicate in tutta Europa e nel mondo, allo scopo di ottenere immagini con una risoluzione molto elevata degli oggetti celesti, come le pulsars, che emettono onde radio per effetto della velocità sincrotronica raggiunta dagli elettroni sottoposti a campo magnetico o, come le galassie, per le quali si indaga in particolare sull’idrogeno neutro.
Il sistema V.L.B.I. consente inoltre di misurare con precisione quasi millimetrica la tratta delle antenne tra loro collegate, rilevata attraverso la misura in tempi diversi del segnale proveniente dalla radiosorgente cosmica. La rete interferometrica coglie eventuali piccolissimi movimenti della crosta terrestre o della deriva delle stesse stazioni radiotelescopiche e di conseguenza gli spostamenti delle placche tettoniche sulle quali sono edificate le strutture di ricerca.
Il gruppo CISAR ha posto numerose domande sull’utilizzo delle tecniche a microonde per l’analisi delle radioimmagini rilevate attraverso le frequenze a lunghezza d’onda centimetrica e millimetrica e sull’eventuale possibile coinvolgimento dei radioamatori alle ricerche in questo specifico settore. Le sperimentazioni radioamatoriali in Italia su queste altissime frequenze, si è voluto rilevare nel dibattito che è seguito tra gli OM presenti, sono ad oggi limitate all’attività EME e alla banda dei 3 cm con collegamenti a medie distanze per “scatterâ€, mentre sulle lunghezze d’onda millimetriche dei 47-47,2 GHz, assegnate dal Ministero, vengono già effettuate esperienze significative da parte di alcuni radioamatori italiani.
La parabola di Noto, ha continuato il Dott. Cassaro, è utilizzata da ricercatori italiani e di tutto il mondo anche come antenna singola per osservazioni di nebulose e di supernove, l’individuazione di sistemi planetari lontani e il monitoraggio delle più svariate radio sorgenti. Le immagini sono registrate in speciali hard disk costituiti da 8 blocchi di unità di 2 terabyte, che poi vengono consegnati agli studiosi committenti per l’elaborazione dei dati.
Il Dott. Cassaro, infine, ha evidenziato che nel corso degli anni le osservazioni sono sempre più spesso inficiate da interferenze radio, che oggi sono particolarmente presenti nella banda dei GHz a causa del trasferimento dei segnali digitali tra i ripetitori di alcune emittenti televisive.
La visita è proseguita con l’ingresso alle sale operative, dove il gruppo è stato istruito sull’utilizzo dell’oscillatore a Maser del ricevitore a microonde e dello specchio attivo. Lo specchio attivo è una caratteristica specifica dell’antenna di Noto e si avvale del controllo di un computer per compensare e bilanciare le deformazioni create dal peso della pesante struttura parabolica.
Non sono mancate da parte di alcuni soci le domande sul programma SETI relativo alla eventualità di ricevere segnali radio inviati da possibili civiltà extraterrestri. Questo progetto o altri simili, ha replicato il ricercatore, non hanno ad oggi captato nessun segnale intelligente o sospetto tale o prodotto risultati concreti, perché le onde radio, pur viaggiando alla velocità della luce, sono un sistema di comunicazione molto lento rispetto alle smisurate distanze astronomiche e che, in un lontano futuro, sarà ritenuto probabilmente obsoleto.
A conclusione della visita i presidenti delle due sezioni CISAR siciliane, Vincenzo IW9DLG di Ragusa e Alessandro IW9GWS di Agrigento, hanno ringraziato il ricercatore dell’Istituto Nazionale di Astrofisica con una targa ricordo per l’emozionante mattinata e la singolare esperienza culturale offerta durante la visita al radiotelescopio.
Il pranzo sociale, organizzato dai soci della sezione di Ragusa, è stato consumato presso un caratteristico agriturismo della zona iblea, dove è stato realizzato un video per il TG CISAR nazionale a cura di Giuseppe IT9DGD e del figlio Alessandro.
La giornata, concludendo, è stata una valida occasione per rinnovare lo spirito di collaborazione ed aggregazione tra le diverse sezioni siciliane, così come previsto dal programma annuale delle attività culturali per il 2013 stilato da CISAR Agrigento.
Vittorio IW9CLA
Alessandro IW9GWS