Vajont, in ascolto 478 radioamatori
Contatti da tutto il mondo con la stazione di Longarone L’idea della sezione del Cadore per ricordare la tragedia
di Enrico De Col
LONGARONE. Decisamente molto ben riuscita l’iniziativa dei radioamatori del Cadore che hanno istituito una stazione “jolly†temporanea a Longarone, dedicata ai 50 anni del Vajont, come dimostrano i numeri: oltre mille collegamenti da tutta Europa.
Nelle prime due settimane di ottobre la stazione, situata nei locali nel retro della Comunità Montana, è stata attiva a cura dell’Ari Cadore in collaborazione con la Fondazione Vajont e l’associazione Vajont Futuro della memoria (ex associazione Superstiti), con alla guida Renato Migotti. In questo periodo gli appassionati hanno avuto diritto a uno speciale diploma in memoria del Vajont, ottenibile con un certo numero e tipo di collegamenti che facevano acquisire dei particolari punteggi.
Un’iniziativa che ha riscosso un eccellente successo, a dimostrazione di come l’attività dei radioamatori stia attualmente vivendo una grande fase di sviluppo. «La nostra sezione», esordisce il presidente Ari Cadore, Enrico Da Col, «ha proposto questo omaggio nel 50° del Vajont, trovando subito la condivisione delle altre sezioni provinciali. Grazie ai nostri mezzi, per due settimane siamo stati attivi con cadenza quasi quotidiana per accogliere collegamenti da parte dei radioamatori di tutta Italia, Europa e non solo (a Feltre c’è stato persino un contatto proveniente dal Giappone, ndr). Era giusto fare qualcosa in memoria delle 1910 vittime, ricordando anche l’azione dei radioamatori che, all’indomani del disastro, misero in contatto il mondo, e in tempo reale, in un’epoca in cui era difficile la comunicazione rapida. Oggi i radioamatori sono parte integrante del sistema di protezione civile, un sistema che è nato anche grazie alla lezione del Vajont».
Bilancio, dunque, «estremamente positivo», continua Alberto De Bona, il socio longaronese che è stato uno dei promotori dell’iniziativa, «con ben 1200 collegamenti nella stazione jolly arrivati da 38 stati diversi, tra cui Russia, Croazia, Germania, Francia e Serbia. In totale sono state 478 le persone che hanno voluto collegarsi con noi, qui a Longarone, non mancando mai di dimostrarci grande affetto e sensibilità verso quest’idea, tutti partecipi nel ricordo della tragedia. I numeri delle altre sezioni coinvolte (Cadore, Belluno e Feltre, ndr) devono ancora arrivarci in via definitiva, ma sono comunque molto buoni. Fino al 15 novembre tutti i radioamatori che hanno raggiunto i 15 punti necessari, 10 per chi si risiede all’estero, possono fare richiesta per la spedizione del diploma commemorativo. Ad oggi già 70 quelli che hanno fatto domanda e contiamo di superare il centinaio, segno che questo progetto ha lasciato il segno. Non posso non ringraziare, infine, l’amministrazione comunale, la Fondazione, Migotti e tutti quelli che ci hanno sostenuto. Io sono nato a Longarone nel 1963, pochi mesi prima del disastro, sono quindi uno degli ultimi bambini longaronesi nati prima del 9 ottobre e per questo ci tenevo particolarmente all’organizzazione e alla riuscita dell’evento.»
22 ottobre 2013
Fonte: Corriere delle Alpi
di Enrico De Col
LONGARONE. Decisamente molto ben riuscita l’iniziativa dei radioamatori del Cadore che hanno istituito una stazione “jolly†temporanea a Longarone, dedicata ai 50 anni del Vajont, come dimostrano i numeri: oltre mille collegamenti da tutta Europa.
Nelle prime due settimane di ottobre la stazione, situata nei locali nel retro della Comunità Montana, è stata attiva a cura dell’Ari Cadore in collaborazione con la Fondazione Vajont e l’associazione Vajont Futuro della memoria (ex associazione Superstiti), con alla guida Renato Migotti. In questo periodo gli appassionati hanno avuto diritto a uno speciale diploma in memoria del Vajont, ottenibile con un certo numero e tipo di collegamenti che facevano acquisire dei particolari punteggi.
Un’iniziativa che ha riscosso un eccellente successo, a dimostrazione di come l’attività dei radioamatori stia attualmente vivendo una grande fase di sviluppo. «La nostra sezione», esordisce il presidente Ari Cadore, Enrico Da Col, «ha proposto questo omaggio nel 50° del Vajont, trovando subito la condivisione delle altre sezioni provinciali. Grazie ai nostri mezzi, per due settimane siamo stati attivi con cadenza quasi quotidiana per accogliere collegamenti da parte dei radioamatori di tutta Italia, Europa e non solo (a Feltre c’è stato persino un contatto proveniente dal Giappone, ndr). Era giusto fare qualcosa in memoria delle 1910 vittime, ricordando anche l’azione dei radioamatori che, all’indomani del disastro, misero in contatto il mondo, e in tempo reale, in un’epoca in cui era difficile la comunicazione rapida. Oggi i radioamatori sono parte integrante del sistema di protezione civile, un sistema che è nato anche grazie alla lezione del Vajont».
Bilancio, dunque, «estremamente positivo», continua Alberto De Bona, il socio longaronese che è stato uno dei promotori dell’iniziativa, «con ben 1200 collegamenti nella stazione jolly arrivati da 38 stati diversi, tra cui Russia, Croazia, Germania, Francia e Serbia. In totale sono state 478 le persone che hanno voluto collegarsi con noi, qui a Longarone, non mancando mai di dimostrarci grande affetto e sensibilità verso quest’idea, tutti partecipi nel ricordo della tragedia. I numeri delle altre sezioni coinvolte (Cadore, Belluno e Feltre, ndr) devono ancora arrivarci in via definitiva, ma sono comunque molto buoni. Fino al 15 novembre tutti i radioamatori che hanno raggiunto i 15 punti necessari, 10 per chi si risiede all’estero, possono fare richiesta per la spedizione del diploma commemorativo. Ad oggi già 70 quelli che hanno fatto domanda e contiamo di superare il centinaio, segno che questo progetto ha lasciato il segno. Non posso non ringraziare, infine, l’amministrazione comunale, la Fondazione, Migotti e tutti quelli che ci hanno sostenuto. Io sono nato a Longarone nel 1963, pochi mesi prima del disastro, sono quindi uno degli ultimi bambini longaronesi nati prima del 9 ottobre e per questo ci tenevo particolarmente all’organizzazione e alla riuscita dell’evento.»
22 ottobre 2013
Fonte: Corriere delle Alpi