Svizzera: Radioamatore salva profughi ucraini
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SVIZZERA: RADIOAMATORE ITALIANO SALVA PROFUGHI UCRAINI
(ANSA) - GINEVRA, 21 GEN - Una famiglia di profughi ucraini, tra cui un bambino che camminava senza scarpe nella neve, ha potuto essere salvata in extremis nelle montagne svizzere grazie all'allarme dato da un radioamatore italiano. La donna ed i cinque figli tra i 9 ed i 21 anni stava cercando di giungere in Svizzera dall'Italia, ma si era persa in Ticino nella zona del Monte Lema, ha affermato la polizia locale. Sono stati trovati ieri A 1.700 meri in stato di ipotermia.
Con una ricetrasmittente, la donna aveva lanciato un s.o.s captato ieri mattina da un radioamatore italiano che ha allertato la polizia. Insieme ad altri radioamatori, italiani e svizzeri, ha mantenuto il contatto con la donna e la centrale operativa della polizia. La donna e i figli, vestiti con abiti leggeri, e' stata localizzata e tratta in salvo in elicottero prima dell'arrivo della notte. Il bambino di nove anni rischia l'amputazione dei piedi, ha riferito l'agenzia di stampa svizzera Ats. La famiglia sembra stesse cercando asilo politico in Svizzera dopo aver vissuto diversi anni in Ungheria dove aveva invano chiesto asilo. Si era poi probabilmente recata in Italia. La procura ticinese - ha scritto l'Ats - ha aperto un'inchiesta per stabilire se e' stata aiutata da un'organizzazione di passatori. (ANSA).
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http://www.ticinonews.ch/articolo.aspx? ... &rubrica=2
MONTE LEMA - Il ritrovamento della famiglia ucraina sul Monte Lema è stato possibile grazie all'ingegno di un radioamatore di Caslano. Si tratta di Claudio Tiziani, che domenica ha vissuto un pomeriggio al cardiopalma. Ed è anche suo il merito se la famiglia di profughi, una mamma e cinque bambini, sono riusciti ad essere tratti in salvo.
Claudio Tiziani, è un radioamatore e ha la passione della radiolocalizzazione. Domenica pomeriggio se ne stava tranquillamente sul lago quando ha ricevuto la telefonata di un suo amico che gli comunicava che la polizia era alla ricerca di un gruppo di persone disperse sulle montagne del Malcantone.
"Sono stato contattato da un mio amico, anche lui radioamatore, il quale era in contatto con la polizia. Sapendo che ho la sua stessa passione ha pensato che avrei potuto dare un contributo nella ricerca dei dispersi. Mi sono precipitato in casa e ho messo in funzione tutti gli attrezzi. Mi sono fatto dare dal mio amico la frequenza che usava la donna e sono riuscito a sentire la sua voce".
Cosa le ha detto immediatamente?
"Ho cercato di capire che lingua parlasse. La donna mi ha riferito che parlavano russo. Ma siamo riusciti a capirci in un inglese stentato. L'ho tranquillizata dicendole che avrei subito avvertito i soccorsi. E così ho fatto. Ho immediatamente chiamato la polizia comunicando che ero in contatto con la donna. La polizia mi ha messo in contatto con il pilota dell'elicottero, al quale però potevo dire ben poco, perchè non riuscivo a farmi dire dalla donna la loro esatta posizione".
Lei sapeva solo che forse si trovavano nel Malcantone
"Esatto. Ma il Malcantone è abbastanza esteso. Ho chiesto allora alla donna che cosa vedesse. E lei mi ha detto:"Vedo una casa gialla". Solo a quel punto ho pensato al ristorante sul Monte Lema, e ho subito riferito al pilota che secondo me potevano essere da quelle parti. Inoltre il segnale era davvero molto forte e pulito, per cui la posizione del gruppo poteva essere solo sulla montagna che ho di fronte".
Cosa è successo a quel punto?
"Ero in contatto contemporaneamente con la donna, con la polizia, con l'elicottero e con l'alpinista. E' stato quest'ultimo a dirmi di riferire alla donna di urlare. Nel frattempo per poter sentire le urla è stato necessario che l'elicottero si allontanasse. La donna vedendolo andar via ha iniziato a disperarsi e a piangere. Ho cercato di calmarla dicendole che un alpinista li stava cercando e di urlare, urlare il più possibile. C'era però un altro problema".
Quale?
"L'eco della montagna non permetteva di identificare con esattezza l'origine delle grida. L'alpinista sentiva le grida ma non riusciva a a capirne la provenienza. Finalmente alla fine c'è riuscito, e ho capito che erano stato trovati solo quando ho sentito le urla di gioia della donna".
Sapeva che c'erano anche dei bambini?
"Non sapevo nulla di tutto quello che poi mi ha riferito in serata dalla polizia. Ho pensato in un primo momento che potevano essere delle persone che praticavano snowboard e che si erano persi. Non avevo la più pallida idea che era invece una famiglia che cercava asilo politico".
E' stata insomma una domenica in cui ha vissuto ore di forte tensione.
"Sì è stata un'esperienza molto forte. Mi sono messo in contatto con la donna verso le 15.00, ma poi ho saputo che la polizia era sulle loro tracce già  da mezzogiorno. Ho semplicemente cercato - nel mio piccolo - di dare un contributo al salvataggio di alcune persone. Credo che chiunque lo avrebbe fatto".
HB9OAU indica il Monte Lema con circa 1 metro di neve