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Marconisti d'alto mare

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Messaggio 17 gennaio 2008, 19:43

Marconisti d'alto mare

Marconisti d'alto mare

IBQI - Andrea Leopoldo

Ho conosciuto un marconista anziano di ROMA classe 1920, che lucido e autonomo mi ha raccontato le sue prime avventure come rt in marina militare , poi in mercantile ed infine imbarcato per anni sui pescherecci classe Amuroso.
Diceva che la stazione radio hf vera e proprio, era solo sulla prima della serie, sembra di ricordare un jrc. e pertanto quando chiamava romaaradio/iar chiamava per tutti, ed io che con i miei 1500 watt della Hagenuk mi prendevo turno 8, sempre che davanti non c'era qualche nave della Nai-Lolli Ghetti .
Certo che i ricordi del mare in tempesta sulla nave dove ero io, dovevano essero niente in confronto a quello di un peschereccio che si spingeva fin in alto in oceano atlantico per la pesca.
Chissa' se in stazione radio aveva la sedia inchiodata al pavimento per controstare rollio e beccheggio.
Avevo conosciuto un altro marconista anziano, che mi aveva rilevato su una vecchia petroliera, anche lui era un ex romaptradio,tornato a navigare; gli davano noia i bimbi piccoli, forse perche' non era mai stato sposato. Egli era stato imbarcato per diversi anni su un noto rimorchiatore d'alto mare chiamato ATLANTE.
Ora questo rimorchiatore e' ormeggiato alle foci di Fiumicino, ma avendolo visto di persona, grazie a Pappalardo/iz0ddd, mi sembrava troppo nuovo, forse era il secondo, mentre il marconista si riferiva ad uno piu' vecchio con lo stesso nome e della stessa societa'. Anche lui mi parlava del rimorchiatore, sempre fermo, in balia delle onde, in nord atlantico, pronto ad avviare i potenti motori di propulsione per arrivare sul luogo di un naufragio, non tanto per salvare i naufraghi, ma bensi per prendere a rimorchio la nave e far di tutto per farla restare a galla. come si sa dal codice della navigazione, nave abbandonata, nave proprietaria del primo che ci sale a bordo ed issa una bandiera, bandiera che potrebbe essere, se ben ricordo, anche un semplice maglione. Quindi incassi da favola per il proprietario del rimorchiatore al momento di ricevere la ricompensa per il salvataggio della nave, e di quello assicurativo sia per la nave che per i passeggeri o membri dell'equipaggio tratti in salvo, il resto era roba da mangiare per gli squali !.
Certo i marconisti romani hanno fatto una loro storia, ma non da meno di quelli liguri.
Sempre ricordando quelli di torre del greco e di molfetta.
insomma le citta costiere dove c'erano fin al 1970 le grandi scuole degli rt.
Poi, piano piano si e' tutto disgregato,forse l'introduzione massiccia della radiotelex a bordo, ha iniziato a trarre nel vortice gli rt, senza che ritornassero piu' a galla.

Articolo tratto da Info-Radio n°03 del 17 gennaio 2008

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Messaggio 3 aprile 2008, 21:13

Un ricordo oggi offuscato e' quello del mio primo imbarco su una motocisterna nel 1975.
Ero imbarcato con il brevetto di terza classe.
Il viaggio fu Italia- Rastanura via canale di Suez e ritorno via Capo di buona Speranza (Citta' del Capo).
A quel tempo il canale era stato da poco riaperto, dopo le varie peripezie Egitto-israeliane, ed era in fase di dragaggio.
Cosi' si poteva passare vuoti nel south bound convoy, ma il ritorno Suez - Portsaid, il fondale era limitato: solo le navi da carico o piccole petroliere potevano transitare.
Il porto di discarica era Megara, il porto commerciale di Atene.
Si arrivo' in rada alla sera. Al mattino presto con gia IDR in enorme ritardo sul wx meteo del mediterraneo e con quello di Rota radio verso le 0900z, in plancia guardando fuori eravamo attorniati da un assemblamento di navi in disarmo a causa della crisi economica che colpi le navi e soprattutto le compagnie di navigazione dedite solo al trasporto di petrolio di medio-grosso tons.
La discarica,velocissima, ci porto' al mattino successivo, dopo aver fatto rifornimento di bunker a 382 cts per i motori e gasolio per i generatori diesel, incluso le provviste di cambusa e pezzi di rispetto per la coperta e la sala macchina.
Essendo diretti in Venezuela per caricare petrolio per conto di una grossa compagnia petrolifera italiana, il comandante per inziare a risparmiare bunker e ridurre il tratto di rotta (bisogna di nuovo ricordare che era da poco finito la crisi del 1973), decise, dopo aver ottenuto le dovute autorizzazioni da parte delle autorita' portuali elleniche, l'attraversamento del canale di Corinto.
Penso di essere stato molto fortunato a fare questa esperienza, unica, che un marinaio deve fare per raccontarlo.
Il canale molto stretto avvolgeva la nave, con le falde delle montagna continua e verticale a dritta e a sinistra, quasi come il gran Canyon americano, ma pieno d'acqua.
Fortunosamente essendo ancora in un periodo dell'anno dove gli storms e i tropical storm si formavano nell'emisfero sud, permettendoci di fare una rotta alta e riscendere a sud quasi paralelli a Terranova, con punto di salto dalle Azzorre.
Lo studio delle rotte associato ai continui bollettini meteo che ricevevo da Norfolkradio, dalle altre stazioni costiere della coastguard e da Mobilradio, quest'ultima per tenere sotto controllo il mar Caraibico, ci permisero di trovare ottimo tempo, e le miglia in piu' fatte, furono di fatto un risparmio energetico nel consumo del bunker.
Arrivati in Venezuela, siccome il Terminal era di proprietà  della Esso Co. , ci costrinsero a stare in rada ben sette giorni.
ricordo che fu pianificato lo spegnimento dei dieselgeneratori principali e l'accensione del diesel di emergenza.
Un diesel principale veniva acceso ad orari stabiliti solo per la cucina, la lavanderia e il crudewash delle cisterne.
Cosi' tutto quello che si era guadagnato nella navigazione, lo perdemmo nel consumo del marine oil, e già  a quel tempo il gasolio marino costava molto, tant'e' vero che molti armatori alimentarono i generatori con il 382 cts, ovvero nafta pesante, riscaldata a quasi 50 gradi.
ma poi si resero conto che i guai che procurava questo tipo di combustibile sui poveri generatori (rottura di fasce elastiche, buchi sulle camice etc), era cosi costoso nella manuntenzione che ritornarono al costoso gasolio marino.
La stazione radio era quella classica della Face Standard-Mackey, essendo la nave un acquisto di una societa' norvegese che l'aveva dismessa.
Riguardando le foto, posso dire che poi la SRT era la copia esatta delle RCA, tx con drive con 807 e finale con un paio di 813. ricevitore valvolare con risoluzione a 1 KHz e filtro stretto in cw a 300Hz.
Il ricevitore mi sembra di ricordare che era un parente stretto del Itt3010 con A1,A2,A3 e Usb,.
La potenza del tx era sui 350 Watt out reali.
lo stesso alimentatore alimentava, a seconda della selezione, il pannello onde medie, ondemedio corte (solo AM), ed onde corte.Logicamente tutto a quarzo.
In un cassetto si teneva sempre una miriade di quarzi ,nel caso, soprattutto su 8 e 12 ci fossero i quarzi delle stazione del gruppo uno o degli altri che non erano per le chiamate al gruppo che appartenevano le nostre stazioni costieri italiane.
A quei tempi il cw era forse nel suo pieno boom. Per telefonare si andava a terra o sul pontile e si faceva un collect call a casa. i telegrammi floreali erano usatissimi. L'antenna era la classico stilo americana con capello capacitivo in testa, che io ho sempre chiamato antenna con la ruota della bicicletta in testa al palo metallico.
Il ritorno dal Venezuela in Italia (Marghera/Venezia), fu invece terribile per il forte mare incontrato, essendo la rotta passata per Trinidad e Tobago, dove facemmo rifornimento di viveri e bunker, costando meno del Venezuela, e poi verso le Canarie.
Ricordo che la nave con il suo continuo rollio e beccheggio,non mi permise l'utilizzo del mio tasto semiautomatico e tanto meno del ETM20, cosi, andai con il classico verticale.
Fortuna che il ricevitore principale era molto stabile come meccanica del VFO e non ci furono problemi di deriva.
Problemi che invece incontrai successivamente su navi piu' grosse ma con stazioni radio che avevano gli rx che o andavano in deriva per la radiofrequenza di rientro dal trasmettitore oppure soffrivano di isterisi magnetica sul VFO come il famigerato RXU70 della Irme, che molti marconisti avranno avuto e odiato nel suo utilizzo in onde corte, mentre era eccezionale in onde medie.


Articolo tratto da Info-Radio n°14 del 3 aprile 2008

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