UN "RT" RACCONTA.. petroliere derivate dal tipo T3
UN "RT" RACCONTA..
petroliere derivate dal tipo T3 americane
Ti allego un interessante articolo, sempre sui marconisti, sai quella schiera di "romantici della radio" che usano ancora il tasto telegrafico ministeriale e che alla notte sognano dei favolosi e lunghi contatti con le stazioni costiere trasmettendo qtc con mare forza sei !
petroliere derivate dal tipo T3 americane
Giorni addietro ho avuto una fitta corrispondenza via email con Urbano Cavina rt e radioamatore, che ha scritto ben tre libri, unico Marconista che lo abbia fatto cosi in scala editoriale per tirature e successo. La questione era sulle mansioni dei marconisti a bordo. Personalmente non so quale erano i compiti dei colleghi marconisti della Marina Militare, ma sicuramente erano ben lontani dagli standard della Mercantile. Credo che noi ex marconisti della marina mercantile non avevamo le restrizioni dei marconisti della MM, dobbiamo continuare insieme a tenere alta la nostra tradizione.
Questa tradizione e' molto complessa e deriva dall'esperienza di bordo: dalla perfetta conoscenza di radiotecnica, telecomunicazioni, studi sulla propagazione, perfetta conoscenza dell'inglese, alta velocità  di battuta sulle macchine da scrivere (soprattutto quando si riceveva l'Ansa), ottima presenza per essere Ufficiali di Coperta, saper distinguere una lingua straniera da un altra, riconoscere a vista se uno era del Giappone meridionale o della Cina etc etc. Imperativo saper sentire in un fruscio un segnale telegrafico e riceverlo. Esso poteva essere magari un bollettino meteo, importante affinchè il Comandante decidesse una nuova rotta. Bisognava essere anche esperti in meteorologia, e alla bisogna capaci a usare il timone e mantenere la nave sulla rotta stabilita, quando il giropilota andava fuori uso, in modo da poter dare il cambio per una decina di minuti ai marinai che dovevano fare il giro di ronda in coperta e prima degli anni 70 saper condurre una nave, che tra l'altro ci spettava di diritto per il codice della navigazione ed e' per questo che abbiamo studiato l'arte marinaresca al pari degli ufficiali di coperta. Tra l'altro alcuni di noi hanno anche conseguito il certificato di radio-telefonista di aeromobili, pertanto capire come e' fatto un aeroporto, i principi base del volo, la meteorologia aerea, la parte di radionavigazione NDB, NBA, ATC, etc. i Notam le abbreviazioni aeronautiche etc etc.
La storia e' insomma talmente lunga da poterci scrivere su un altro libro, anzi di questo articolo sarebbe interessante ampliarlo con l'esperienza dei colleghi lettori. In navigazione abbiamo imparato ad essere anche sarti. Chi ci rammendava calzini rotti o camice e o tute strappate? non si potevano gettare a mare, quando magari, il prossimo porto era ancora ad un mese di navigazione. Quella era la valigia con l'abbigliamento con cui eravamo partiti da casa.
Nel nostro girovagare il mondo a bordo delle varie navi possiamo definirci anche agenti di turismo, visto che meglio di noi nessuno conosce geograficamente le citta' portuali del mondo. Noi marconisti eravamo gli unici ad avere più tempo libero nei porti per scorrazzare a dritta e a manca, per questo fummo chiamate ingiustamente 'signorie di bordo'
petroliere derivate dal tipo T3 americane
Ti allego un interessante articolo, sempre sui marconisti, sai quella schiera di "romantici della radio" che usano ancora il tasto telegrafico ministeriale e che alla notte sognano dei favolosi e lunghi contatti con le stazioni costiere trasmettendo qtc con mare forza sei !
petroliere derivate dal tipo T3 americane
Giorni addietro ho avuto una fitta corrispondenza via email con Urbano Cavina rt e radioamatore, che ha scritto ben tre libri, unico Marconista che lo abbia fatto cosi in scala editoriale per tirature e successo. La questione era sulle mansioni dei marconisti a bordo. Personalmente non so quale erano i compiti dei colleghi marconisti della Marina Militare, ma sicuramente erano ben lontani dagli standard della Mercantile. Credo che noi ex marconisti della marina mercantile non avevamo le restrizioni dei marconisti della MM, dobbiamo continuare insieme a tenere alta la nostra tradizione.
Questa tradizione e' molto complessa e deriva dall'esperienza di bordo: dalla perfetta conoscenza di radiotecnica, telecomunicazioni, studi sulla propagazione, perfetta conoscenza dell'inglese, alta velocità  di battuta sulle macchine da scrivere (soprattutto quando si riceveva l'Ansa), ottima presenza per essere Ufficiali di Coperta, saper distinguere una lingua straniera da un altra, riconoscere a vista se uno era del Giappone meridionale o della Cina etc etc. Imperativo saper sentire in un fruscio un segnale telegrafico e riceverlo. Esso poteva essere magari un bollettino meteo, importante affinchè il Comandante decidesse una nuova rotta. Bisognava essere anche esperti in meteorologia, e alla bisogna capaci a usare il timone e mantenere la nave sulla rotta stabilita, quando il giropilota andava fuori uso, in modo da poter dare il cambio per una decina di minuti ai marinai che dovevano fare il giro di ronda in coperta e prima degli anni 70 saper condurre una nave, che tra l'altro ci spettava di diritto per il codice della navigazione ed e' per questo che abbiamo studiato l'arte marinaresca al pari degli ufficiali di coperta. Tra l'altro alcuni di noi hanno anche conseguito il certificato di radio-telefonista di aeromobili, pertanto capire come e' fatto un aeroporto, i principi base del volo, la meteorologia aerea, la parte di radionavigazione NDB, NBA, ATC, etc. i Notam le abbreviazioni aeronautiche etc etc.
La storia e' insomma talmente lunga da poterci scrivere su un altro libro, anzi di questo articolo sarebbe interessante ampliarlo con l'esperienza dei colleghi lettori. In navigazione abbiamo imparato ad essere anche sarti. Chi ci rammendava calzini rotti o camice e o tute strappate? non si potevano gettare a mare, quando magari, il prossimo porto era ancora ad un mese di navigazione. Quella era la valigia con l'abbigliamento con cui eravamo partiti da casa.
Nel nostro girovagare il mondo a bordo delle varie navi possiamo definirci anche agenti di turismo, visto che meglio di noi nessuno conosce geograficamente le citta' portuali del mondo. Noi marconisti eravamo gli unici ad avere più tempo libero nei porti per scorrazzare a dritta e a manca, per questo fummo chiamate ingiustamente 'signorie di bordo'