Trasmettitore telegrafico ad arco voltaico
Trasmettitore telegrafico ad arco voltaico
Di IK8JZK Ruggero Billeri
In natura lo scoccare di una scintilla elettrica genera energia a radiofrequenza, si possono considerare archi voltaici i fulmini che da una nube si scaricano a terra, è altresi un arco voltaico lo scintillio delle candele di accensione dei motori a scoppio ed inoltre è un arco voltaico la scintilla che viene provocata all'apertura di un circuito elettrico sotto tensione. Nei primi anni del 900 l'ingegnere elettrotecnico Danese Poulsen brevettò negli Stati Uniti un trasmettitore telegrafico ad arco voltaico (i primi modelli di potenza ridotta e modelli successivi di notevole potenza. Il principio di funzionamento era il seguente: veniva fatto scoccare un arco voltaico fra due elettrodi di carbone mediante una tensione continua generata da delle dinamo oppure prelevata dalla rete commerciale e resa continua mediante rettificazione. Per i modelli di trasmettitore più potenti (si poteva arrivare anche a 1000 Kw di potenza) gli elettrodi di carbone venivano fatti bruciare in una stufa con tanto di tiraggio esterno e gli uomini addetti al controllo fiamma indossavano una tuta protettiva ed una maschera con vetri oscurati per proteggere gli occhi dalla forte emissione di raggi ultravioletti. Per sintonizzare la frequenza in uscita dal trasmettitore telegrafico ad arco voltaico un ciruito LC era posto in serie al circuito che alimentava gli elettrodi di carbone su questo circuito era prevista anche una presa di antenna. Per i modelli di maggiore potenza l'accensione degli elettrodi non poteva essere manipolata data la notevole corrente in gioco nel circuito ed allora si ricorreva a questo sistema un contatto montato sul tasto telegrafico quando era abbassato cortocircuitava parte della induttanza del cicuito LC ed il trasmettitore irradiava su due frequenze diversificate. Successivamente si accorsero che la irradiazione contemporanea di due frequenze da parte di un trasmettitore, interferiva nei centri riceventi ed allora fu studiato il problema e si giunse alla conclusione che la frequenza che non era trasmessa venisse dirottata su di un carico fittizio mediante un contatto supplementare al tasto telegrafico in posizione alzata e questo impediva che il trasmettitore irradiasse anche quando il tasto era alzato. Questi trasmettitori ad arco voltaico erano installati ovunque, nelle isole Haway per collegare telegraficamente la costa dell'Oceano Pacifico degli Stati Uniti, nella prima Guerra mondiale un trasmettitore da 1000 KW fu installato in Normandia per trasmettere gli eventi bellici negli Stati Uniti, il Presidente Wilson quando si recò in Francia per la conferenza sulla Pace scambiò più di 600 messaggi telegrafici dalla nave con la costa della Normandia. Il trasmettitore telegrafico ad arco voltaico da me autocostruito utilizza un trasformatore elevatore di tensione (lo stesso usato nei bruciatori a gasolio per tenere sempre accesa la fiamma del bruciatore) che ha le seguenti caratteristiche: tensione primario 220 Volts 5 Ampere secondario (un capo è collegato a massa)
fra il contatto isolato e massa vi sono 8000 volts e 34 milliAmpere di corrente che provocano un arco voltaico (la alta tensione e rettificata con un diodo al silicio) fra due punte in ottone distanti fra loo circa 2 centimetri. una induttanza di 6 spire del diametro di circa 3 centimetri ed un condensatore fisso di 22 pico Farad con 20 mila volts di lavoro è posto in parallelo alla induttanza ed il tutto è connesso in serie allo spinterometro la cui frequenza di risonanza del cicuito LC si aggira intorno ai 30 MHZ. Per manipolare telegraficamente l'arco voltaico viene interrotta o attivata la tensione all'ingresso del primario del trasformatore che da l'alta tensione.
NOTA: da verifiche fatte personalmente questi oscillatori di alta frequenza ad arco voltaico occupano una banda di frequenza piuttosto ampia almeno 4-5 MHZ, forse all'epoca non aveva molta importanza, molto meglio sono gli oscillatori di alta frequenza ad ilduttanza e capacità  con valvole termoioniche oppure a transistor e meglio ancora gli oscillatori di A.F. pilotati a quarzo.
Cordiali saluti.
Da ik8jzk Ruggero NA
Articolo tratto dal Radiogiornale n° 211 del 28 febbraio 2009
Chi vuol ricevere gratuitamente e periodicamente via e-mail il "Radiogiornale" puo' richiederlo a I0PMW Paolo: radiogiornale@fastwebnet.it per consultare e prelevare le copie arretrate: www.radiogiornale.org
Di IK8JZK Ruggero Billeri
In natura lo scoccare di una scintilla elettrica genera energia a radiofrequenza, si possono considerare archi voltaici i fulmini che da una nube si scaricano a terra, è altresi un arco voltaico lo scintillio delle candele di accensione dei motori a scoppio ed inoltre è un arco voltaico la scintilla che viene provocata all'apertura di un circuito elettrico sotto tensione. Nei primi anni del 900 l'ingegnere elettrotecnico Danese Poulsen brevettò negli Stati Uniti un trasmettitore telegrafico ad arco voltaico (i primi modelli di potenza ridotta e modelli successivi di notevole potenza. Il principio di funzionamento era il seguente: veniva fatto scoccare un arco voltaico fra due elettrodi di carbone mediante una tensione continua generata da delle dinamo oppure prelevata dalla rete commerciale e resa continua mediante rettificazione. Per i modelli di trasmettitore più potenti (si poteva arrivare anche a 1000 Kw di potenza) gli elettrodi di carbone venivano fatti bruciare in una stufa con tanto di tiraggio esterno e gli uomini addetti al controllo fiamma indossavano una tuta protettiva ed una maschera con vetri oscurati per proteggere gli occhi dalla forte emissione di raggi ultravioletti. Per sintonizzare la frequenza in uscita dal trasmettitore telegrafico ad arco voltaico un ciruito LC era posto in serie al circuito che alimentava gli elettrodi di carbone su questo circuito era prevista anche una presa di antenna. Per i modelli di maggiore potenza l'accensione degli elettrodi non poteva essere manipolata data la notevole corrente in gioco nel circuito ed allora si ricorreva a questo sistema un contatto montato sul tasto telegrafico quando era abbassato cortocircuitava parte della induttanza del cicuito LC ed il trasmettitore irradiava su due frequenze diversificate. Successivamente si accorsero che la irradiazione contemporanea di due frequenze da parte di un trasmettitore, interferiva nei centri riceventi ed allora fu studiato il problema e si giunse alla conclusione che la frequenza che non era trasmessa venisse dirottata su di un carico fittizio mediante un contatto supplementare al tasto telegrafico in posizione alzata e questo impediva che il trasmettitore irradiasse anche quando il tasto era alzato. Questi trasmettitori ad arco voltaico erano installati ovunque, nelle isole Haway per collegare telegraficamente la costa dell'Oceano Pacifico degli Stati Uniti, nella prima Guerra mondiale un trasmettitore da 1000 KW fu installato in Normandia per trasmettere gli eventi bellici negli Stati Uniti, il Presidente Wilson quando si recò in Francia per la conferenza sulla Pace scambiò più di 600 messaggi telegrafici dalla nave con la costa della Normandia. Il trasmettitore telegrafico ad arco voltaico da me autocostruito utilizza un trasformatore elevatore di tensione (lo stesso usato nei bruciatori a gasolio per tenere sempre accesa la fiamma del bruciatore) che ha le seguenti caratteristiche: tensione primario 220 Volts 5 Ampere secondario (un capo è collegato a massa)
fra il contatto isolato e massa vi sono 8000 volts e 34 milliAmpere di corrente che provocano un arco voltaico (la alta tensione e rettificata con un diodo al silicio) fra due punte in ottone distanti fra loo circa 2 centimetri. una induttanza di 6 spire del diametro di circa 3 centimetri ed un condensatore fisso di 22 pico Farad con 20 mila volts di lavoro è posto in parallelo alla induttanza ed il tutto è connesso in serie allo spinterometro la cui frequenza di risonanza del cicuito LC si aggira intorno ai 30 MHZ. Per manipolare telegraficamente l'arco voltaico viene interrotta o attivata la tensione all'ingresso del primario del trasformatore che da l'alta tensione.
NOTA: da verifiche fatte personalmente questi oscillatori di alta frequenza ad arco voltaico occupano una banda di frequenza piuttosto ampia almeno 4-5 MHZ, forse all'epoca non aveva molta importanza, molto meglio sono gli oscillatori di alta frequenza ad ilduttanza e capacità  con valvole termoioniche oppure a transistor e meglio ancora gli oscillatori di A.F. pilotati a quarzo.
Cordiali saluti.
Da ik8jzk Ruggero NA
Articolo tratto dal Radiogiornale n° 211 del 28 febbraio 2009
Chi vuol ricevere gratuitamente e periodicamente via e-mail il "Radiogiornale" puo' richiederlo a I0PMW Paolo: radiogiornale@fastwebnet.it per consultare e prelevare le copie arretrate: www.radiogiornale.org