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Un marinaio cieco ispirಠa Livorno Guglielmo Marconi

MessaggioInviato: 16 dicembre 2009, 17:00
da IK0ZCW
Un marinaio cieco ispirò a Livorno Guglielmo Marconi

PISA. Dietro il Nobel a Guglielmo Marconi, c'è un vecchio marinaio livornese. Nello Marchetti, ecco il nome che la storia ha cancellato, è stato il marinaio che insegnò ad usare il telegrafo e l'alfabeto morse al giovane Marconi che all'epoca della sua iniziale permanenza a Livorno, era conosciuto come un semplice appassionato di vela.
'I due si conobbero al porto di Livorno - spiega l'ammiraglio Lucio Mattiussi oggi in pensione - proprio là  dove Marconi teneva la sua barca a vela'. Ma nulla si fa per nulla sulla banchina del porto ed il buon Nello chiese a Marconi di ricambiare il favore. Che cosa pretese ed ottenne il vecchio marinaio dal giovane scienziato? 'In cambio, il futuro nobel - rivela Mattiussi - doveva leggere tutte le mattine il Telegrafo a Nello che era cieco ma voleva sapere tutto ciò che si muoveva in città '. Oggi Il Tirreno è il diretto continuatore e 'discendete' di quella testata.
Ma la figura del Marchetti, stando alla ricostruzione storica dell'ammiraglio Mattiussi che è stato docente di guerra elettronica all'Accademia navale di Livorno, fu fondamentale per Marconi anche per un'altra esperienza, questa volta emotiva.

'L'amore per il mare, per la navigazione, per la marina - riprende Mattiussi - furono trasmessi a Marconi dal vecchio marinaio in quanto lo scienziato veniva da Bologna e solo grazie alla gente livornese, Marconi si innamorò del mare e dei fulmini che si scaricavano sullo specchio di acqua marina davanti al porto, fulmini che furono fondamentali per i suoi studi ed esperimenti sull'elettromagnetismo'.
Infatti, uno dei principali problemi pratici di Marconi per inventare il telegrafo senza fili, era quello di studiare e fare esperimenti sui campi elettromagnetici. 'Poi - dice Mattiussi - Marconi si accorse che aveva un incredibile laboratorio davanti ai suoi occhi o meglio davanti alla sua casa e cioè sul mare livornese'. Tant'è, e questa è storia, Marconi installò sul tetto di casa un'antenna che percepiva l'arrivo del campo elettromagnetico creato dal fulmine anche a 20 km di distanza e faceva scattare un campanello di allarme. 'Questa centrale di allarme altro non è che il ricevitore del futuro sistema radiotelegrafico': ha detto Mattiussi che è stato anche il direttore dell'Istituto mariteleradar della Marina militare italiana.
Se Livorno è stata dunque tappa fondamentale per la formazione scientifica ed umana di Marconi che andava a lezione private dal prof. Vincenzo Rosa del liceo Niccolini, Pisa rappresenta la fase ormai evoluta e matura dello scienziato italiano. Marconi era all'apice della carriera e tutte le città  si contendevano una sua stazione radio tant'è che si creò un vero e proprio empasse politico.
'Milano, Roma, Napoli - dice Mattiussi - volevano la stazione di Marconi ma il parlamento non si decideva. Intervenne il re Vittorio Emanule III che chiese a Marconi di decidere dove avrebbe voluto la stazione e lui rispose Coltano che era una tenuta, guarda caso, reale, ma soprattutto l'area era palustre, aveva cioè molta acqua nel terreno e quindi era luogo ideale per le trasmissioni radio'.
La stazione di Coltano, oggi degradata, è oggetto di un piano di riqualificazione da parte del Comune di Pisa.

di Carlo Venturini

aricolo tratto da www.rapportoradio.org