La Radio Vaticana ha compiuto 80 anni
Nata il 12 febbraio del 1931 la Radio Vaticana ha tagliato il nastro degli ottanta anni e guarda avanti.
Al suo anniversario e alle attività  celebrative è stata dedicata la conferenza di presentazione nella sala conferenze dei Musei Vaticani, alla presenza del cardinale Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città  del Vaticano, di mons. Wells, Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, dI padre Lombardi, Direttore della Radio Vaticana e del prof. Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.
Per l'occasione è stato inaugurato uno spazio espositivo allestito nell'atrio d'ingresso dei Musei Vaticani.
STORIA DELLA RADIO VATICANA
La radio fu inaugurata da papa Pio XI con il radio messaggio "Qui arcano Dei"[2] il 12 febbraio 1931: a Guglielmo Marconi fu affidata inizialmente la realizzazione della struttura radiofonica vaticana, affidandola poi ai Gesuiti, che ancora oggi ne curano la gestione. Uno dei primi programmi, in latino, intitolato "Scientiarum Nuncius Radiophonicus", era una rassegna dell'attività  della Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 1933 venne inaugurata la Stazione Radio a onde ultracorte. Nel 1939, dopo la morte di Pio XI, la Radio seguì il conclave e poi la cerimonia di insediamento del nuovo pontefice Pio XII. Nel corso della Seconda guerra mondiale la radio si rivelò - nonostante il tentativo di ridurla in silenzio da parte del ministro tedesco della propaganda, il nazista Joseph Goebbels - un importante strumento d'informazione[senza fonte]: durante gli anni di guerra vennero infatti trasmessi appelli per ritrovare civili e militari dispersi durante il conflitto[3]; si stima che dal 1940 al 1946 furono inviati oltre 1 milione e 200 mila messaggi, pari a più di 12 mila ore di trasmissione[senza fonte]. Dopo la fine del conflitto e l'inizio della guerra fredda, vennero inaugurati programmi in altre lingue; nel 1957 Pio XII inaugurò il Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, ancora oggi in funzione e di proprietà  della Santa Sede. Si potenziarono le trasmissioni rivolte verso Africa, America Latina e Asia.
Dopo l'elezione di papa Giovanni XXIII, la Radio dedicò le proprie trasmissioni ai lavori del Concilio Vaticano II in trenta lingue; nel 1964 la Radio Vaticana seguì il primo viaggio di un Papa all'estero in occasione del viaggio in Terra Santa di papa Paolo VI. Sotto Paolo VI la Radio collocò parte dei suoi uffici nella nuova sede di Palazzo Pio, all'inizio di via della Conciliazione. Nel 1970 la Radio trasmetteva 20 ore al giorno in 32 lingue diverse. In quel periodo, mentre nei programmi RAI infuriava la censura[senza fonte], Radio Vaticana mandò in onda alcuni brani di Fabrizio De Andrè e di altri cantautori vietati nella televisione e nella radio di stato. L'esempio più famoso riguarda il brano Dio è morto di Francesco Guccini, trasmesso da questa emittente radiofonica già  nel 1967 quando fu cantata per la prima volta da i Nomadi. Il primo brano di musica leggera trasmesso da questo network fu Ragazzo triste di Patty Pravo nel 1966, brano anch'esso censurato dalla RAI[senza fonte].
Negli anni Novanta hanno avuto inizio le trasmissioni satellitari e quelle via Internet. Migliaia di emittenti di vario genere e dimensione, soprattutto cattoliche, ritrasmettono i programmi della Radio Vaticana[1]. Nel 2006 la Radio ha festeggiato il suo settantacinquesimo anniversario con la visita di papa Benedetto XVI. Attualmente vi lavorano circa quattrocento persone di sessanta nazionalità  , con trasmissioni autonome in trentotto lingue. Dal mese di luglio 2009 la radio - visti i bilanci in rosso[4] - introduce nelle proprie trasmissioni, per la prima volta, la pubblicità  ; il primo inserzionista sarà  Enel,[5][6][7] i messaggi del papa non saranno interrotti[8]. (info: Vikipedia)
Al suo anniversario e alle attività  celebrative è stata dedicata la conferenza di presentazione nella sala conferenze dei Musei Vaticani, alla presenza del cardinale Lajolo, presidente del Governatorato dello Stato della Città  del Vaticano, di mons. Wells, Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, dI padre Lombardi, Direttore della Radio Vaticana e del prof. Paolucci, direttore dei Musei Vaticani.
Per l'occasione è stato inaugurato uno spazio espositivo allestito nell'atrio d'ingresso dei Musei Vaticani.
STORIA DELLA RADIO VATICANA
La radio fu inaugurata da papa Pio XI con il radio messaggio "Qui arcano Dei"[2] il 12 febbraio 1931: a Guglielmo Marconi fu affidata inizialmente la realizzazione della struttura radiofonica vaticana, affidandola poi ai Gesuiti, che ancora oggi ne curano la gestione. Uno dei primi programmi, in latino, intitolato "Scientiarum Nuncius Radiophonicus", era una rassegna dell'attività  della Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 1933 venne inaugurata la Stazione Radio a onde ultracorte. Nel 1939, dopo la morte di Pio XI, la Radio seguì il conclave e poi la cerimonia di insediamento del nuovo pontefice Pio XII. Nel corso della Seconda guerra mondiale la radio si rivelò - nonostante il tentativo di ridurla in silenzio da parte del ministro tedesco della propaganda, il nazista Joseph Goebbels - un importante strumento d'informazione[senza fonte]: durante gli anni di guerra vennero infatti trasmessi appelli per ritrovare civili e militari dispersi durante il conflitto[3]; si stima che dal 1940 al 1946 furono inviati oltre 1 milione e 200 mila messaggi, pari a più di 12 mila ore di trasmissione[senza fonte]. Dopo la fine del conflitto e l'inizio della guerra fredda, vennero inaugurati programmi in altre lingue; nel 1957 Pio XII inaugurò il Centro Trasmittente di Santa Maria di Galeria, ancora oggi in funzione e di proprietà  della Santa Sede. Si potenziarono le trasmissioni rivolte verso Africa, America Latina e Asia.
Dopo l'elezione di papa Giovanni XXIII, la Radio dedicò le proprie trasmissioni ai lavori del Concilio Vaticano II in trenta lingue; nel 1964 la Radio Vaticana seguì il primo viaggio di un Papa all'estero in occasione del viaggio in Terra Santa di papa Paolo VI. Sotto Paolo VI la Radio collocò parte dei suoi uffici nella nuova sede di Palazzo Pio, all'inizio di via della Conciliazione. Nel 1970 la Radio trasmetteva 20 ore al giorno in 32 lingue diverse. In quel periodo, mentre nei programmi RAI infuriava la censura[senza fonte], Radio Vaticana mandò in onda alcuni brani di Fabrizio De Andrè e di altri cantautori vietati nella televisione e nella radio di stato. L'esempio più famoso riguarda il brano Dio è morto di Francesco Guccini, trasmesso da questa emittente radiofonica già  nel 1967 quando fu cantata per la prima volta da i Nomadi. Il primo brano di musica leggera trasmesso da questo network fu Ragazzo triste di Patty Pravo nel 1966, brano anch'esso censurato dalla RAI[senza fonte].
Negli anni Novanta hanno avuto inizio le trasmissioni satellitari e quelle via Internet. Migliaia di emittenti di vario genere e dimensione, soprattutto cattoliche, ritrasmettono i programmi della Radio Vaticana[1]. Nel 2006 la Radio ha festeggiato il suo settantacinquesimo anniversario con la visita di papa Benedetto XVI. Attualmente vi lavorano circa quattrocento persone di sessanta nazionalità  , con trasmissioni autonome in trentotto lingue. Dal mese di luglio 2009 la radio - visti i bilanci in rosso[4] - introduce nelle proprie trasmissioni, per la prima volta, la pubblicità  ; il primo inserzionista sarà  Enel,[5][6][7] i messaggi del papa non saranno interrotti[8]. (info: Vikipedia)