IL MUSEO DELLA COMUNICAZIONE RISCHIA DI ANDARE ALL'ESTERO
La città di Bologna sta per dire addio al museo della comunicazione fondato e curato da Giovanni Pelagalli fin dal 1989. La nottizia appresa in unanota diffusa alle agenzie di stampa del direttore dell'Ispettorato Emilia-Romagna del Ministero dello Sviluppo Economico, Marco Cevenini: "E' quasi certa la migrazione all'estero (Europa, Usa, Emirati Arabi?) dell'importante e noto Museo della Comunicazione, Patrimonio Unesco della cultura, contenente alcuni apparecchi originali dei primi esperimenti di Guglielmo Marconi. Bologna sta per perdere un altro pezzo della sua storia".
Pelagalli è stato insignito del titolo di Cavaliere dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, ma anche radioamatore, elettrotecnico, infine imprenditore con una piccola rete tv.
Nell'1989 vicino alla pensione acquistò un'area di circa 500 metri quadrati in via Col di Lana per dare corpo ad un suo sogno: il Museo della Comunicazione e del Multimediale che chiamerà "Mille voci... mille suoni". Esposti da subito più 2000 pezzi unici da lui collezionati e funzionanti, divisi in 12 settori 'storici', per rappresentare origine e evoluzione degli strumenti che vengono usati oggi nella moderna comunicazione: radio, tv, proiettori per il cinema, fonografi a tromba, telefoni, computer, sistemi satellitari, organi, organetti, carillon, orchestre a cilindro e alcuni jukebox con 12mila tra canzoni e romanze.