6 novembre 2011 New One DCI RM224
Inviato: 4 novembre 2011, 19:17
Nella mattinata di domenica prossima 6 novembre, i soci della Sezione A.R.I. di Tivoli, con il nominativo IQØEF/p, attiveranno la referenza new one per il Diploma dei Castelli d’Italia RM 224 Castello Theodoli di Sambuci.
Sono graditi spot on cluster. 73’ e collegateci numerosi.
La storia
Il castello, come è stato detto esponendo la storia del paese, ha seguito l’evolversi delle vicende storiche di Sambuci divenendo di proprietà delle famiglie nobili che si avvicendarono nel tempo quali gli Orsini, gli Zanìmbeccari, gli Astalli, i Piccolomini ed infine i Theodoli che l’abitarono per ultimi. La sua forma è quella di un quadrilatero con quattro torri laterali. Come è stato detto in origine nacque come casale-fortezza ma poi, col passare del tempo (dal Duecento al Seicento) subì varie ristrutturazioni fino a raggiungere l’attuale aspetto architettonico. Per tre lati si affaccia sul paese cui è strettamente congiunto; il quarto lato invece si innalza su un parco a cui nel 1878 Girolamo Theodoli connesse un bel giardino all’italiana dove trovano posto, insieme alle caratteristiche aiuole geometriche, statue e fontane. Al periodo compreso tra il Medioevo ed il Rinascimento si può datare il lato nord (sulla piazza della corte): due torri laterali, il portale su un piccolo cortile, l’entrata principale. Gli Astalli invece furono i signori sotto cui fu nel Seicento aggiunta la parte di costruzione (a due piani) che si intravede guardando oltre la torre situata a sinistra. Qui furono realizzati una cappella ed un salone con loggia (lato est) da cui lo sguardo spazia sul giardino all’italiana.
La loggia è arricchita da volute barocche e da contrafforti. Sempre agli Astalli si deve l’aggiunta di un piano del castello che quindi si sviluppa su cinque livelli lì dove il terreno è più scosceso. Naturalmente i locali adibiti a cucine erano situati nel seminterrato mentre nel primo piano si trovavano le stanze che erano riservate al culto, allo studio, ai vari lavori. Al piano nobile (primo piano) troviamo le sale di rappresentanza e quelle private; agli ospiti invece erano riservate le camere del secondo piano mentre l’ultimo era occupato dalla servitù. Uno scalone centrale ed una scala a chiocciola permettono di collegare i vari piani. Molto ben affrescate sono alcune sale quali la “sala della Gerusalemme Liberata†(piano terra), il “salone delle prospettive†del 1641 (I° piano), una splendida “sala da bagno†(I°piano) con artistiche raffigurazioni pittoriche legate all’episodio di Mosé e del miracolo dell’acqua, non che la “sala dei Ciclopiâ€.
Molto bello è inoltre il “salone del Carro del Sole†(I° piano)arricchito da un prezioso soffitto ligneo dipinto; esso in origine si trovava a Roma nel Palazzo dei Theodoli (distrutto tra il 1881 e l’82) quindi fu smontato, trasportato a Sambuci e qui rimontato. E’ opera di Mario Nuzzi (Roma 1603-73) meglio noto come Mario de’ Fiori, specializzato in soggetti floreali alla fiamminga ed in nature morte.
Al centro del soffitto è il Carro del Sole mentre ai lati sono le Allegorie del Giorno e della Notte. Dei putti, realizzati in affresco e collocati sopra le finestre, giocano. Il castello ha chiaramente una cappella; essa è dedicata all’Arcangelo Michele. I Theodoli quindi ristrutturarono fortemente l’interno del castello che venne particolarmente impreziosito grazie all’inserimento di porte, travi e soffitti a cassettoni interamente ricoperti di oro zecchino; tale metallo prezioso, che Cristoforo Colombo aveva riportato dal suo primo viaggio in America, era stato donato al nunzio Giovanni Theodoli nel lontano 1510 dai Re Cattolici (Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona). Tutto ciò che di bello fu possibile prendere dal predetto e distrutto palazzo romano fu trasportato qui per abbellire le 350 stanze che compongono il castello.
Sono graditi spot on cluster. 73’ e collegateci numerosi.
La storia
Il castello, come è stato detto esponendo la storia del paese, ha seguito l’evolversi delle vicende storiche di Sambuci divenendo di proprietà delle famiglie nobili che si avvicendarono nel tempo quali gli Orsini, gli Zanìmbeccari, gli Astalli, i Piccolomini ed infine i Theodoli che l’abitarono per ultimi. La sua forma è quella di un quadrilatero con quattro torri laterali. Come è stato detto in origine nacque come casale-fortezza ma poi, col passare del tempo (dal Duecento al Seicento) subì varie ristrutturazioni fino a raggiungere l’attuale aspetto architettonico. Per tre lati si affaccia sul paese cui è strettamente congiunto; il quarto lato invece si innalza su un parco a cui nel 1878 Girolamo Theodoli connesse un bel giardino all’italiana dove trovano posto, insieme alle caratteristiche aiuole geometriche, statue e fontane. Al periodo compreso tra il Medioevo ed il Rinascimento si può datare il lato nord (sulla piazza della corte): due torri laterali, il portale su un piccolo cortile, l’entrata principale. Gli Astalli invece furono i signori sotto cui fu nel Seicento aggiunta la parte di costruzione (a due piani) che si intravede guardando oltre la torre situata a sinistra. Qui furono realizzati una cappella ed un salone con loggia (lato est) da cui lo sguardo spazia sul giardino all’italiana.
La loggia è arricchita da volute barocche e da contrafforti. Sempre agli Astalli si deve l’aggiunta di un piano del castello che quindi si sviluppa su cinque livelli lì dove il terreno è più scosceso. Naturalmente i locali adibiti a cucine erano situati nel seminterrato mentre nel primo piano si trovavano le stanze che erano riservate al culto, allo studio, ai vari lavori. Al piano nobile (primo piano) troviamo le sale di rappresentanza e quelle private; agli ospiti invece erano riservate le camere del secondo piano mentre l’ultimo era occupato dalla servitù. Uno scalone centrale ed una scala a chiocciola permettono di collegare i vari piani. Molto ben affrescate sono alcune sale quali la “sala della Gerusalemme Liberata†(piano terra), il “salone delle prospettive†del 1641 (I° piano), una splendida “sala da bagno†(I°piano) con artistiche raffigurazioni pittoriche legate all’episodio di Mosé e del miracolo dell’acqua, non che la “sala dei Ciclopiâ€.
Molto bello è inoltre il “salone del Carro del Sole†(I° piano)arricchito da un prezioso soffitto ligneo dipinto; esso in origine si trovava a Roma nel Palazzo dei Theodoli (distrutto tra il 1881 e l’82) quindi fu smontato, trasportato a Sambuci e qui rimontato. E’ opera di Mario Nuzzi (Roma 1603-73) meglio noto come Mario de’ Fiori, specializzato in soggetti floreali alla fiamminga ed in nature morte.
Al centro del soffitto è il Carro del Sole mentre ai lati sono le Allegorie del Giorno e della Notte. Dei putti, realizzati in affresco e collocati sopra le finestre, giocano. Il castello ha chiaramente una cappella; essa è dedicata all’Arcangelo Michele. I Theodoli quindi ristrutturarono fortemente l’interno del castello che venne particolarmente impreziosito grazie all’inserimento di porte, travi e soffitti a cassettoni interamente ricoperti di oro zecchino; tale metallo prezioso, che Cristoforo Colombo aveva riportato dal suo primo viaggio in America, era stato donato al nunzio Giovanni Theodoli nel lontano 1510 dai Re Cattolici (Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona). Tutto ciò che di bello fu possibile prendere dal predetto e distrutto palazzo romano fu trasportato qui per abbellire le 350 stanze che compongono il castello.