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Punto di vista: Essere Radioamatore vale ancora qualcosa?

MessaggioInviato: 20 marzo 2019, 14:58
da IK0ZCW
"La domanda sorge spontanea ", chi non ricorda la famosa quanto celebre frase del giornalista Antonio Lubrano con la quale egli poneva gli interrogativi su vari argomenti di cui cercare risposte? Penso che oggi anche la nostra categoria di persone, al di là delle bandiere associative, si debba porre con la stessa certosina ricerca della risposta la seguente domanda: essere Radioamatore vale ancora qualcosa? La R grande non è un errore di scrittura, ma al di là del significato e peso letterale della parola, dovrebbe stare a mio giudizio per Ricordare (e anche qui la metto grande apposta) che lo stato italiano riconosce l'importanza di questa figura attraverso il riconoscimento del Servizio di Radioamatore, e identifica l'attività per definizione con art. 134, comma 1:


"l’attività di radioamatore consiste nell’espletamento di un servizio, svolto in linguaggio chiaro, o con l’uso di codici internazionalmente ammessi, elusivamente su mezzo radioelettrico nelle bande riservate ai radioamatori anche via satellite, di istruzione individuale, di intercomunicazione e di studio tecnico, effettuato da persone che abbiano conseguito la relativa autorizzazione generale e che si interessano della tecnica della radioelettricità a titolo esclusivamente personale senza alcun interesse di natura economica".

Certo le parole sono tante e possono portare a lidi lontani, ma quello su cui tutti possiamo essere d'accordo è l'enorme valore morale e culturale, radioelettricamente parlando, e la strategica quanto unica possibilità di poter effettuare collegamenti radio nelle più disparate situazioni data la conoscenza specifica del tema, che unita alla dinamica capacità di costruirsi le cose che servono ,ne fanno una risorsa unica e importante per la collettività. Da quando il primo Radioamatore ha trasmesso nell'etere quelle perturbazioni elettromagnetiche, è stato un susseguirsi di studi, scoperte, ma anche di usi per la collettività nelle emergenze, ove tutto il resto era buio, dall'emissioni radio del Titanic ,alla tenda rossa per arrivare alla alluvione di Firenze e ai terremoti degli ultimi anni, quanto sono stati importanti i Radioamatori la storia ce lo ha insegnato rimanendo lì a futura memoria e non si cambia.

Tuttavia non solo oggi alle soglie del 5G, ma già dai primi ETACS e dai vagiti della connettivtà internet odierna, così come dai primi sistemi civili ridigi con selettiva CCCIR in analogico fino alle tecnologie digitali mobili pmr ( no DMR non lo sopporto proprio ) tale figura piano piano è stata messa da parte, perchè tali mezzi( sviluppati molto da radioamatori in aziende), permettevano di portale nel mondo della radio anche coloro che non ne capivano nulla, che riuscivano così ad utilizzarle per i servizi e usi più disparati in maniera autonoma.

Vero anche che la nostra figura si è allora sapientemente interposta tra la tecnologia e la pubblica utilità attraverso l'attività nella Protezione Civile, che proprio dalla sua nascita riconosceva ai radioamatori quella capacità di collegamento prima, e di insegnamento ad utilizzare i sistemi radio civili in dotazione dopo, un valore altresì grande quali cultori disinteressati...della radio. Beh non sempre questo ultimo aspetto è stato colto nel verso giusto, ricordo con molta tristezza ponti radio finanziati da comuni o similari che operavano su frequenze dei Radioamatori e che erano tabù: sono della Protezione Civile dicevano e non si possono usare per le chiacchere dei radioamatori.
Ovviamente questa distorsione di due mondi così importanti (radiantismo e protezione civile) era in primis nella testa di chi lo diceva, che vedeva in quel sistema un modo per farsi finanziare radio, ponti, alimentatori giubbotti, etctect, per carità tutto lecito formalmente parlando, salvo la dubbia moralità nel ricondurlo al vero Servizio di Radioamatore, al vero spirito senza interessi economici di sorta.
Ma la tecnologia va avanti e così le cose cambiano, e anche grazie a figuracce di sistemi tipo DSTAR a 1200 , presentati e finanziati come la manna da cielo, e palesemente inefficenti, o ponti di campanile sparsi quà e là inutili quando serviti, si sono giustamente propagate tipologie professionali ad uso civile, analogiche e digitali, standard per una interoperabilità enorme, dedicati esclusivamente ai gruppi di Protezione Civile su apposite e riservate frequenze come giusto che sia.

E proprio qui io mi pongo la domanda se come Radioamatori abbiamo ancora valore o no, e mi riferisco al fatto che le Istituzioni non mi pare ci riconoscano quell'utiliità, quel quid che in ogni caso siamo in grado di mettere a disposizione e passa sopra dove altri mezzi si fermano, ma sopratutto quali i veri cultori e sperimentatori di quel mondo che ormai stà scomparendo della conoscenza della radio.
Direte che il mondo del radiantismo è enorme e altresì lo è la sua importanza in tutti i settori, certo concordo ma forse ormai siamo i soli a pensarlo.
La dimostrazione sta nel fatto che solo per essere Radioamatori non hai praticamente diritto a nulla da parte delle istituzioni, chiedi un sito per un ripetitore? una sede per la sezione ? se sei iscritto come Protezione Civile o rivendichi tale attività a tali fini allora molte porte si aprono altrimenti ti sloggiano come ultimamente accaduto a noi.
Potreste dirmi che sono le leggi, le normative etcetec..., io credo invece che siamo noi che abbiamo snaturato la nostra attività molte volte presentandoci per altri fini pur di ottenere qualcosa, certo parlare di sperimentazione, attività di studio e istruzione non può competere con rivendicare collegamenti strategici in caso di emergenza.
Preciso che la mia riflessione non è contro il volontariato di Protezione Civile, anzi chi conosce la storia sa bene che siamo stati molto attivi sia con sezioni a livello regionale con fondando gruppi interassociativi ( RNRE) perchè tale attività è importante e lo sappiamo.
Ma è il volere rivendicare quel ruolo e quella importanza verso la comunità come Status di Radioamatore, e vederlo riconosciuto non solo a parole come "Servizio " in una definizione di legge, ma con i fatti, perchè negli anni troppe volte grazie a questi individui si è comunicato e tramandato una cultura su cui si basa l'intera umanità.
Mi viene da riflettere se penso che lo stato riconosca la figura del Radioamatore attraverso il versamento dei 5 Euro quali contributo dell'autorizzazione generale, dovremmo essere riconosciuti solo per il fatto di aver conseguito il titolo, senza contributi di sorta a garanzia, e sopratutto senza sentirsi dire che non conta nulla essere Radioamatori e dobbiamo pagare qualora chiediamo qualcosa alla comunità, perchè il nostro importante servizio è sempre disponibile e sempre gratuito.

Chissà come molte istituzioni risponderebbero oggi a Guglielmo Marconi se chiedesse una Torre Marconiana per i suoi esperimenti, sei della Protezione Civile? no? allora devi pagare , essere radioamatore non conta nulla.

Questo succede oggi, aiutateci a cambiare questo vergognoso stato di cose.

73 Giuseppe IW5CGM