Messaggio 2 luglio 2013, 18:53

Conferenza stampa ritrovamento velivoli scomparsi Los Roques

Conferenza stampa sul ritrovamento dei velivoli scomparsi al largo delle coste di Los Roques
1 luglio 2013

La responsabilità di procedere nel recupero dei velivoli e nella ricerca delle vittime è ora in capo al Governo venezuelano

Si è svolta oggi, 1 luglio, presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, la conferenza stampa sulle operazioni che hanno permesso il ritrovamento dei velivoli scomparsi al largo delle coste di Los Roques, in Venezuela, il 4 gennaio 2008 e il 4 gennaio 2013. Oltre al Capo del Dipartimento della Protezione civile, prefetto Franco Gabrielli, hanno partecipato all’incontro con la stampa il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe De Giorgi, l’allora Ambasciatore per l’Italia in Venezuela oggi Capo della Direzione America presso il Ministero degli Affari Esteri Luigi Mazzocca, il Capo dell'Unità di Crisi della Farnesina Claudio Taffuri, l’ammiraglio Giovanni Vitaloni, e due militari della Marina, il Capitano di Fregata Lamberto Orlandi Lamberti e il Tenente di Vascello Biagio Incardona, impegnati nelle attività di ricerca.

Obiettivo della conferenza stampa, raccontare il percorso che ha permesso di identificare gli aerei scomparsi, nonostante le difficoltà burocratiche e tecniche incontrate in questi anni e grazie alla collaborazione con il governo venezuelano e allo sforzo congiunto del Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero degli Affari Esteri e della Marina Militare e al contributo del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Nell’incontro con la stampa il Capo Dipartimento della Protezione Civile ha inoltre chiarito che ora la responsabilità di procedere nelle operazioni di recupero dei resti dei velivoli e di ricerca delle vittime è in capo al Governo venezuelano, essendo sue le acque in cui sono sommersi gli aerei. Il Governo italiano si è comunque impegnato a chiedere al Governo del Venezuela di proseguire in queste attività, anche e soprattutto per dare una risposta ai parenti degli otto connazionali che hanno perso la vita nell’incidente del 2008 e dei quattro italiani morti nel 2013. Alla conferenza stampa erano presenti anche alcuni familiari delle vittime che il Capo Dipartimento ha ringraziato per “la pazienza e il senso di responsabilità” e “la forza e la determinazione” che hanno dimostrato in questi cinque anni di ricerche.

In apertura, Franco Gabrielli ha fatto un breve sintesi delle operazioni che hanno portato all’identificazione dei velivoli, a cui l’Italia ha potuto partecipare in quanto parte, insieme al Venezuela, di una Commissione intergovernativa istituita con questo preciso mandato subito dopo il primo incidente, nel gennaio del 2008. Il 6 agosto 2009, con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n.3799, il Governo italiano ha stanziato due milioni di euro per la prosecuzione di queste attività, a cui il Governo venezuelano ha aggiunto una somma analoga nel marzo del 2010. L’8 marzo 2013, a seguito della scomparsa del secondo velivolo sempre nell’arcipelago di Los Roques, il Dipartimento della Protezione Civile è stato autorizzato con una Deliberazione del Consiglio dei Ministri a procedere anche alla localizzazione e all’identificazione di questo secondo velivolo, sempre nell’ambito dell’accordo bilaterale firmato il 18 agosto 2010 con il governo del Venezuela, a cui è stato aggiunto un addendum.

Il ritrovamento dei velivoli al largo delle coste di Los Roques è avvenuto a giugno, nell’arco di pochi giorni, grazie alle attività condotte da tecnici della Marina Militare italiana a bordo della nave oceanografica Sea Scout, progettata in Australia e realizzata negli Stati Uniti. L’imbarcazione, lunga 40 metri, larga 11 e con un pescaggio di 2,5 metri è una sorta di grande catamarano in cui la poppa, completamente sgombra, contiene uno speciale mezzo autonomo subaqueo (Auv) che, sganciandosi dalla nave, è in grado di raggiungere i fondali marini, di segnalare eventuali ostacoli e di fotografare alcuni bersagli specifici. Più in particolare, questo piccolo sommergibile controllato dalla nave è stato in grado di rilevare la batimetria e la morfologia del fondale marino dell’area al largo di Los Roques preventivamente individuata e di fotografare la presenza di alcuni oggetti sul fondale. Sono state proprio le foto scattate da questo mezzo ai numeri identificativi dei velivoli riportati sulle loro fiancate a decretarne il definitivo ritrovamento: il primo LET410, scomparso nel 2008, è stato ritrovato a oltre 900 metri di profondità, il secondo ISLANDER YV2615 scomparso nel 2013, si trova a circa 70 metri di profondità.
IK0ZCW Alberto Devitofrancesco Presidente C.I.S.A.R. sezione di Roma IQ0HB
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